Test a luci rosse nell'Aler: l'ordine degli psicologi dice no
Il caso riguarda il test a luci rosse somministrato durante un concorso all'Aler di Brescia: per l'ordine degli psicologi di Brescia il test era inopportuno e inammissibile da un punto di vista legislativo
Il caso era balzato agli onori della cronaca lo scorso maggio quando ne aveva parlato "Mi manda Rai3" dello scorso 27 maggio: nel concorso per un posto di ingegnere capo dell'Aler, i test forniti dalla Cispel Lombardia erano a base sessuale sulle abitudini dei candidati per valutarne le attitudini al lavoro.
A denunciare il caso era stato il consigliere regionale di minoranza Mirko Lombardi di Sinistra e Libertà e ha presentato il rapporto dell'Ordine degli psicologi a cui era stato chiesto un parere.
L'ordine degli psicologi ha affermato che "trattandosi di un test di selezione e non di idoneità, la parte centrale anamnestica non può prevedere l'uso dei dati a fini di selezione".
L'Aler ha preso inizialmente una posizione minimalista senza attaccare l'operato della Cispel, ma a fronte delle dichiarazioni dell'ordine degli psicologi ha preso le distanze dai test usati per selezionare il responsabile dell’ufficio tecnico dell’azienda di edilizia popolare.
"E' la conferma - ha commenta Mirko Lombardi - che in questa vicenda, come ho sempre sostenuto, l'Aler è parte lesa"