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Cronaca Corso Goffredo Mameli

Il terremoto di ieri e di oggi: «Brescia città ad alto rischio sismico»

Al Buonissimo acceso dibattito e confronto tra il terremoto che colpì Brescia nel 1222 (magnitudo 6,8) e il recente sciame sismico dell'Emilia: "Serve maggiore prevenzione, il terremoto non deve essere sottovalutato"

L’attualità che fa rivivere la storia, e oltre un centinaio di persone che hanno partecipato all’incontro organizzato dall’associazione Arnaldo da Brescia sul tema del terremoto di Brescia, ieri e oggi, prove tecniche di confronto con quello che fu “uno degli eventi sismici più gravi della storia italiana” e con quanto invece successo di recente in Emilia, segno che forse “il periodo di quiete sismica è davvero finito”. Ospiti e relatori Roberta Morelli, Cesare Giovanardi, Giuseppe Berruti, Riccardo Bartoletti e Carlo Cossali, e si comincia con un assunto, che si lega anche alla prossima inaugurazione del Metrobus: “Il piano antisismico di Brescia è datato 2006, un’analisi di tipo probabilistico e dall’approccio limitante e per difetto”.

“Terremotus magnus per Italiam – raccontano Berruti e Bartoletti, con riferimento al terremoto del Natale 1222 a 6,8 gradi di magnitudo – e crollavano le chiese, da San Faustino al Palazzo Vescovile, una linea attiva dal Garda alla Franciacorta, e anche la Provincia contò i suoi danni, basta pensare al castello fortificato di Vallio, completamente distrutto. Un terribile evento sismico che accade proprio nel momento in cui Brescia si stava costruendo, una Brescia medioevale ma che parla già un linguaggio fortemente mercantile, una città carica di vitalità ed effervescenza”.

Ogni riferimento con la Brescia moderna è puramente casuale. “Quello che è successo dal 2004 al 2011 non è assolutamente normale – spiega il geologo Cossali – Sappiamo con la tettonica a zolle che la storia della Terra è costellata di terremoti, ma non così forti! Stiamo assistendo a quello che è un fenomeno di clustering, la concentrazione dei terremoti in aree sismogenetiche attive, con il concreto rischio di triggering, cioè la diffusione delle scosse su placche continue”. La Terra è come un guscio d’uovo appena frantumato, sette grandi placche e in continuo movimento, e il territorio italiano che si trova proprio a margine della placca africana e di quella euro-asiatica.

Dal Cile ad Haiti passando per il Giappone, con magnitudo che spesso vanno oltre i 9 gradi, “e il terremoto di Salò del 2004 (grado 5, ndr) che non è niente in confronto, eppure ci è costato 300 milioni di euro”. Senza dimenticarci della tragedia de L’Aquila, e il più recente sciame sismico emiliano, “la compressione appenninica verso l’avanfossa padana, stretta tra due catene montuose che si stanno muovendo in senso opposto”. Perché l’Italia, aggiunge ancora Berruti, “è una penisola critica, e lo sarà per vaste fasce generazionali”, e mai come oggi ci accorgiamo di essere di fronte a catastrofi naturali che invece diventano sociali, “la negligenza degli uomini e la mancanza di prevenzione, tanto che in molti casi gli edifici più antichi sono quelli che resistono”.

buonissimo 2-2-2Ma Brescia come sta? E’ davvero fuori pericolo? “Brescia è collocata su un allineamento sismico attivo e importante – continua Cossali – e nonostante ciò risulta classificata dalla Protezione Civile come area a basso rischio. Un approccio limitante e riduttivo, sono convinto che la classificazione sismica debba seguire la regola della massima magnitudo storica, e qualsiasi calcolo strutturale dovrebbe dunque riparametrarsi con il grado di magnitudo 7. Il problema della sicurezza è un problema essenziale, Brescia è una città sismica!”

Un incontro che è quasi una provocazione, perché parlare di prevenzione (anche quando si costruisce) “è sempre un tema scomodo e che nelle sedi ufficiali non viene quasi mai affrontato”, e se anche gli sciami sismici sono ciclici allora, suggerisce Cesare Giovanardi, “a Brescia si è data davvero pochissima attenzione al terremoto”. E se la terra dovesse tremare? “Con un evento simile la Metro non sarebbe certo un posto ideale per nascondersi, anzi. Sarebbe come la tomba di un faraone”.

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