TAV Brescia-Verona, Legambiente: «Perchè non costruite sulla linea storica?»
La costruzione della TAV tra Brescia e Verona mette a rischio le colline moriniche e la campagna mantovana, vitigni di uva pregiata e cascine storiche. Legambiente chiede la modifica del tracciato: "Ma perchè non costruite sulla linea storica?"
L'attuale progetto della TAV tra Brescia e Verona porterebbe un consumo di suolo di oltre mille ettari e un costo economico elevatissimo (il più alto d’Europa di 37 milioni di euro a Km, secondo Legambiente).
Un grave scempio ambientale, sia nel tracciato a nord di 57 Km, che attraversa le colline moreniche, i vigneti e gli allevamenti, sia in quello a sud, lungo di quasi 70 km, che passa anch’esso tra vigneti ed allevamenti.
"Il quadruplicamento in sede, a fianco della linea esistente, sarebbe la soluzione più logica, più funzionale e di minor impatto ambientale", commenta Dario Balotta, Responsabile "trasporti" e del coordinamento provinciale bresciano di Legambiente.
"Quasi tutti i 65 Km dell’attuale tracciato storico - continua - prevedono già gli spazi per altri due binari. L’esperienza europea conferma che non c’è bisogno di raggiungere la velocità di 300 Km/h. Il modulo tecnico dei 230 km/h, peraltro, è già stato adottato sulla tratta TAV tra Milano e Treviglio della stessa Milano-Brescia-Verona."
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I risparmi economici sarebbero consistenti, la lunghezza del tracciato si accorcerebbe di 10 Km rispetto al tracciato a nord e di 20 Km rispetto a quello a sud, con meno costi e meno consumo di suolo e la possibilità di utilizzare la nuova linea anche per i viaggiatori delle medie distanze, dove si sviluppa l’80% della mobilità dei passeggeri.
Meno espropri, meno costi e meno inquinamento acustico, come avverte la Germania che ha fatto l’Alta velocità in territori popolati e densi di attività economiche e agricole come quelli italiani.
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La scelta, oltre a salvare l'economia locale, permetterebbe di non devastare le delicate colline moreniche ed i territori mantovani.
"La revisione del progetto si rende necessaria anche alla luce della grave crisi economica che suggerisce di utilizzare le poche risorse pubbliche disponibili e degli istituti di credito per imprese, istruzione, servizi sociali, e ricerca piuttosto che per grandi opere costosissime, di dubbia utilità e di eccessivo impatto ambientale".
"Abbiamo già un esempio negativo quello della TAV Torino-Milano - conclude Balotta -; aperta da tre anni, con una capacità una di 300 treni al giorno viene utilizzata solo da 12 treni. Mentre i pendolari di Vercelli, Novara, Chivasso e Magenta subiscono disagi e ritardi ogni giorno sulla linea storica a pochi km c’è una linea TAV inutilizzata. Sarebbe bene non ripetere questa amara esperienza".