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Irregolarità e guadagni illeciti: i Nas chiudono tre centri per i tamponi

I controlli effettuati in tutta Italia toccano anche la nostra provincia

Usavano tamponi non regolari che potevano dare esiti falsi, oppure non registravano chi si sottoponeva ai test: sono tante le irregolarità scovate dai carabinieri dei Nas che hanno condotto una serie di controlli in tutta Italia principalmente per prevenire e contrastare il fenomeno dei cosiddetti "falsi positivi" e cioè soggetti già risultati positivi che si presentano presso un punto di prelievo con la tessera sanitaria di un altro soggetto "no vax" al fine di fargli ottenere, alla scadenza del periodo di quarantena e successivamente a un test negativo effettuato da quest’ultimo, il "green pass".

I Carabinieri NAS hanno concentrato i loro sforzi per verificare che presso i punti di prelievo venissero effettuate correttamente le operazioni di identificazione dei soggetti da sottoporre a test, previa richiesta ed esibizione del documento di identità unitamente alla tessera sanitaria.

Nel corso dei controlli sono emerse irregolarità nella gestione del personale in tre punti tampone, convenzionati con Asst del Garda, nella zona di Montichiari e Salò. Sono stati inoltre deferiti in stato di libertà due medici di un’associazione onlus di Gavardo, unitamente al presidente e al direttore sanitario. Accertamenti svolti presso l'associazione hanno consentito di appurare che il presidente eseguiva regolarmente tamponi rapidi in assenza di titolo abilitante, utilizzando le credenziali fornite dai due medici per l’accesso dei sistemi telematici (nazionale e regionale) ai fini del rilascio del “green pass” . Il direttore sanitario avrebbe lasciato proseguire le condotte illecite in modo consapevole, permettendo alla onlus di ricavare una cifra di circa 30.000 euro. È stata subito disposta l’immediata sospensione delle pratiche illegali.

In tutta Italia, nell'ultimo mese sono stati interessati complessivamente 1.360 farmacie e centri di analisi, rilevando irregolarità presso 170 di essi (pari al 12,5%) e contestando 282 violazioni, a causa di:

  • uso tamponi e kit reagenti non regolari, i quali, non rispettando gli standard richiesti, potevano fornire un risultato inattendibile;
  • mancata identificazione e registrazione delle persone sottoposte a test nonché irregolarità nella comunicazione delle risultanze nella piattaforma sanitaria informatica;
  • inadeguatezza delle figure professionali impiegate nell’esecuzione dei tamponi, in quattro casi effettuati da personale non qualificato e in altri casi privo del green pass obbligatorio;
  • effettuazione dei test in ambienti non idonei sotto il profilo igienico sanitario (androni di condominio, sottoscala, etc.), in locali promiscui o in totale assenza di autorizzazione regionale, aumentando il rischio di contagio.

Ad esito delle ispezioni è stata disposta la sospensione complessiva di 21 punti di prelievo di tamponi rapidi condotti in condizioni igienico-strutturali carenti e con modalità non compatibili con la prosecuzione dell’attività. Sono stati sequestrati complessivamente 677 kit per tamponi rapidi risultati non idonei e individuati 18 operatori che svolgevano l’attività sebbene privi del green pass. L’estensione delle verifiche ha inoltre consentito di accertare ulteriori violazioni connesse con la regolare tenuta di farmaci e dispositivi medici, eseguendo il sequestro di 650 confezioni di medicinali defustellati e 25.300 mascherine irregolari.

Fonte: Today.it

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