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Cronaca

Sentenza Noemi, Vannoni: "Principio di enorme importanza"

Così il presidente delle Stamina Foundation, commentando la sentenza del Tribunale dell'Aquila che ha autorizzato la somministrazione di cellule staminali già disponibili a Brescia, senza aspettare che siano "prelevate ad esempio da uno dei genitori"

Il principio stabilito per la piccola Noemi dal Tribunale dell'Aquila, ovvero quello di poter accedere alla "immediata somministrazione di cellule staminali già presenti nella struttura" degli Spedali Civili di Brescia, "è di enorme importanza, poichè potrebbe permettere di velocizzare considerevolmente la lista dei pazienti in attesa di ricevere il metodo Stamina".

A sottolinearlo è il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, dopo che mercoledì i giudici hanno autorizzato le infusioni di cellule staminali secondo il protocollo Stamina alla bimba abruzzese di 18 mesi affetta da atrofia muscolare spinale.

"Per la prima volta - ha sottolineato Vannoni - i giudici affermano che possono essere utilizzate per un paziente le cellule staminali già disponibili a Brescia, e non solo le cellule prelevate ad esempio da uno dei genitori nel caso di bambini malati. Questo principio potrebbe consentire di velocizzare la lista d'attesa, considerando che sono oltre 150 le persone che attendono l'accesso al metodo Stamina presso gli Spedali Civili di Brescia. Vedremo come reagirà l'ospedale".

In ogni caso, ha affermato, "applicando questo principio, l'ospedale di Brescia potrebbe riuscire a curare almeno 100 persone in attesa nell'arco di pochi mesi". Vannoni ha inoltre auspicato che la regione Abruzzo, "dalla quale sono venute delle aperture, consenta di mettere a disposizione un ospedale dove poter somministrare il protocollo Stamina ai pazienti".

In attesa dell'evolversi della situazione, Vannoni ha comunque confermato il progetto di sottoporre le linee cellulari Stamina alla valutazione di esperti dell'Università di Miami: "Per dimostrare - ha detto - che le nostre linee cellulari sono sicure".

Riferendosi quindi alla sentenza del Tar Lazio che ha sospeso la bocciature del metodo da parte del primo comitato scientifico nominato dal ministero, "certamente il fatto che il Tar abbia sancito l'inconsistenza dell'affermazione in merito alla pericolosità del metodo - ha concluso Vannoni - penso abbia avuto un'influenza da un punto di vista morale".

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