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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Staminali: ecco cosa prevede il metodo Stamina

Il metodo si basa sulle cellule staminali del midollo osseo, note per la loro capacità di dare origine a nuovi tessuti

Non esistono attualmente pubblicazioni scientifiche relative al Metodo Stamina e il protocollo atteso per la sperimentazione si basa sulla richiesta di brevetto presentata dalla Fondazione Stamina all'ufficio brevetto degli Stati Uniti. Secondo le informazioni finora note, il metodo si basa sulle cellule staminali del midollo osseo, chiamate mesenchimali, note per la loro capacità di dare origine ai tessuti di ossa, pelle e cartilagine.

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"Dev'essere curato"

Secondo la Fondazione Stamina sarebbe possibile trasformare queste stesse cellule anche in neuroni, utilizzando una sostanza nota per la funzione che svolge nello sviluppo delle cellule, come l'acido retinoico, e diluendola nell'etanolo. La tecnica consisterebbe quindi nell'estrarre le cellule staminali mesenchimali dal midollo osseo dei pazienti, nel tenerle in coltura nell'acido retinoico diluito per farle differenziare in cellule nervose e quindi nel reinfonderle nello stesso paziente.

La stessa Fondazione Stamina, attraverso il suo presidente Davide Vannoni, ritiene che la tecnica sia efficace per curare malattie neurodegenerative, come l'atrofia muscolare spinale (Sma). Quest'ultima è diventata famosa come la "malattia di Celeste", dal nome della bambina di due anni i cui genitori hanno presentato nell'agosto 2012 un ricorso perché potesse riprendere la terapia sperimentale cui era stata sottoposta presso gli Spedali Civili di Brescia.

Nel marzo scorso la più prestigiosa rivista nel campo delle malattie neuromuscolari, Neuromuscular Disorders, ha pubblicato i dati relativi a cinque bambini con la Sma che hanno ricevuto somministrazioni di cellule staminali mesenchimali nell'ospedale Burlo Garofolo di Trieste per decisione del Tribunale. Di questi, due sono morti dopo aver cominciato il trattamento; gli altri tre hanno avuto bisogno di terapie di supporto per respirazione e nutrizione, tanto che nel dicembre 2011 il comitato etico dell'ospedale ha deciso di bloccare il reclutamento dei pazienti.

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