Appoggia la pistola sul tavolino del bar e spara (per sbaglio) al suo migliore amico
Incredibile ma vero: svelato il mistero della sparatoria
A pochi giorni dall'accaduto, l'inaspettata confessione: nessuna automobile in fuga, nessuna sparatoria. Ma solo un gioco stupido con un'arma vera ma acquistata illegalmente. Ad ammettere le sue responsabilità è un artigiano di 53 anni, coetaneo e considerato il migliore amico di Enrico Valotti, l'elettricista colpito da un proiettile allo stomaco sabato sera al Villaggio Violino. E' stato poi ricoverato d'urgenza e subito operato al Civile: se la caverà, ma con lesioni serie a stomaco, milza e pancreas.
Come detto è stato proprio l'amico a presentarsi spontaneamente al magistrato, accompagnato dai suoi legali, per raccontare la sua storia. Giudicata credibile, perché di fatto è così che è andata: l'uomo aveva raggiunto Valotti e gli amici al bar G&G, e proprio a loro ha mostrato il suo nuovo acquisto. Una pistola, avrebbe riferito, acquistata illegalmente da uno straniero all'ippodromo di Varese, per poche centinaia di euro.
La pistola sul tavolo e il colpo che ferisce l'amico
Avrebbe voluto dimostrare, a chi non ci credeva, che la pistola era vera. Tanto da sparare un primo colpo in aria, senza far male a nessuno: è andata peggio, invece, anzi si è sfiorata la tragedia quando avrebbe appoggiato l'arma sul tavolino, con il colpo in canna, esplodendo così involontariamente il proiettile che ferirà Valotti. Il resto è storia: l'arrivo dei carabinieri, il ricovero in ospedale. Le indagini serrate fino alla soluzione del mistero. Sono al vaglio degli inquirenti anche le posizioni di chi avrebbe confermato la prima versione circolata, ovvero quella della sparatoria da un'auto in corsa. Di certo il 53enne armato passerà dei bei guai.