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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Piazzale Arnaldo

Cene e regali costosi dai ristoratori per evitare i controlli: nei guai due carabinieri

E' fissata per il 30 giugno l'udienza preliminare per i carabinieri Giuseppe Serio e Gianluca Schina: insieme a loro erano stati arrestati anche Antonio Venci e Nicola Pasina

Lo scandalo era deflagrato all'improvviso poco meno di un anno fa, nel maggio del 2020 al termine di una lunga sessione d'indagine: è in quel momento che venne disposto l'arresto (ai domiciliari) per Giuseppe Serio e Gianluca Schina, rispettivamente comandante e appuntato del Nil di Brescia, il Nucleo ispettorato del lavoro dei carabinieri. Insieme a loro furono arrestati anche Antonio Venci, militare in pensione che all'epoca si occupava di sicurezza sul lavoro, e Nicola Pasina, titolare del bar Belle Epoque di Piazza Arnaldo.

Come scrive il Giornale di Brescia, a quasi un anno dall'accaduto prosegue l'iter giudiziario che porterà all'udienza preliminare, fissata per il 30 giugno prossimo. I due carabinieri arrestati, in particolare, sono accusati di corruzione, falso, rivelazione di segreto d'ufficio e truffa ai danni dello Stato. 

Pranzi e cene, feste di compleanno e regali

Secondo quanto ricostruito ad oggi dagli inquirenti, in cambio di controlli più “morbidi” in vari locali di città e provincia sarebbe stato allestito un “giro” di regali – pranzi e cene dal lago di Garda alla Franciacorta, feste di compleanno, costose bottiglie di vino e altro ancora – da parte di imprenditori compiacenti per ottenere così la benevolenza dei militari in questione. Non solo: sempre secondo l'accusa, i due militari avrebbero spesso avvisato i titolari di bar e ristoranti annunciando il giorno e l'ora dei controlli.

Le indagini, coordinate dal pm Ambrogio Cassiani, avrebbero permesso di ricostruire i diversi passaggi della corruzione enogastronomica. Sembra che a fare da trait d'union, la prima volta, sarebbe stato proprio l'ex carabiniere Venci, che attraverso i suoi contatti avrebbe presentato Serio e Schina ad amici e imprenditori, così da avviare la gestione più “leggera” (e presunta truffaldina) dei controlli nei locali.

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