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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Piazza della Loggia

"Niente carcere per Maggi, sono disponibile a un confronto con lui"

Manlio Milani, presidente della Casa della Memoria, si dichiara disponibile ad un confronto con Carlo Maria Maggi, appena condannato all'ergastolo in quanto ritenuto il pianificatore della strage di piazza Loggia

A neanche 12 ore dalla sentenza della Corte d'Assise di Milano sulla strage di piazza Loggia, Manlio Milani è già dietro alla sua scrivania della Casa della Memoria. Tra un'intervista e l'altra, il presidente dell'associazione dei familiari delle 8 vittime continua il suo lavoro di ricerca della verità. 

Dopo 41anni si è finalmente giunti a una verità giudiziaria per la quale lei ha sempre combattuto, come si sente?
"Sicuramente si tratta di un verdetto decisvo non solo per Brescia, ma per tutto il paese. Sono sicuramente sollevato, perchè la sentenza ci ha finalmente dato ragione e segna la fine di un percorso lungo e faticoso. Chi è morto non viene restituito, ma ora ha un posto dove stare. Ringrazio tutti i legali per il lavoro svolto, le istituzioni e le associazioni locali che ci hanno sostenuto nella ricerca della verità, facendo anche in modo che la città non dimenticasse. Scendere in piazza Loggia il 28 maggio per ricordare la strage non è solo una tradizione, ma per molti bresciani è diventato un motivo di orgoglio.
Questa sentenza è un punto di partenza per chiarire le esatte dinamiche, riflettere sulle responsabilità della destra eversiva, le connessioni con i servizi segreti ed individuare tutti i responsabili. Ancora non sappiamo chi ha materialmente messo la bomba nel cestino, ma è stato messo un punto fermo per ripensare agli anni dal '69 al '74 e capirne i meccanismi."

Crede che Maggi contribuirà a far luce su quei meccanismi?
"Me lo auguro e mi piacerebbe avere un confronto con lui, se fosse disponibile. Credo che ascoltare le ragioni dell'altro aiuti a capire e a ricostruire la verità dei fatti."

Vorrebbe vederlo in carcere?
"Assolutamente no e sarò il primo ad impedirlo. La condanna non deve essere una tortura e credo che viste le sue precarie condizioni di salute debba scontare la detenzione a casa, dove possa essere curato."

Come si spiega gli anni di depistaggi?
"Credo che sia il frutto della politica ricattatoria di chi voleva sabotare la democrazia. Ma la magistratura ha fatto un ottimo lavoro, nonostante i depistaggi messi in atto da alcuni uomini di Stato. La sentenza chiarisce perfettamente i legami tra una parte della politica e i servizi segreti, la risposta sta in questa connessione."

Durante l'udienza di ieri ha pensato al giorno della strage e a sua moglie Livia?
"Io sono fermo al 28 maggio del '74 è impossibile dimenticare quella mattina, la rivivo ogni giorno"

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