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Cronaca

Terremoti: così sta tremando Brescia e la pianura Padana

La spiegazione degli esperti sullo sciame sismico che ha investito la pianura Padana dal 20 maggio scorso. A Brescia, le ripetute scosse hanno causato diversi danni a edifici storici, soprattutto nella Bassa, senza provocare - fortunatamente - nessun lutto tra la popolazione

E' un sistema di faglie molto complesso, quello che dal 20 maggio scorso sta scuotendo la Pianura Padana e la provincia di Brescia.

Tanti terremoti diversi, all'origine dei quali c'é un'unica struttura: la parte settentrionale della placca Adriatica che spinge verso Nord, contro la placca Eurasiatica.

Se questo movimento generale è il grande motore che fa tremare la terra in questi giorni, ogni terremoto che ha generato dal 20 maggio ad oggi è stato diverso dagli altri.

- 20 MAGGIO: il sisma di magnitudo 5,9 nel ferrarese è stato generato dall'estremità settentrionale dell'Appennino, 'sepolta' sotto la Pianura Padana e coperta dai sedimenti del Po. Si è attivata una fascia lunga circa 40 chilometri che corrisponde alla struttura nota come "arco di Ferrara". Registrato alle 4.03 del mattino, nel Bresciano ha fatto oscillare visibilmente i mobili nelle abitazioni e fatto scattare gli anti-furto delle auto parcheggiate.

Questo sima è la testimonianza che la porzione sepolta dell'Appennino è più che mai attiva, al punto che nell'arco di 500 anni ha provocato due forti terremoti: quello del 20 maggio ed uno di intensità simile nel 1570. Il sisma ha fatto sollevare il suolo di 15 centimetri.

- 29 MAGGIO: il terremoto di magnitudo 5,8 nel modenese estende di una decina di chilometri verso Ovest il fronte della faglia attivata il 20 maggio, a testimonianza della grande complessità della struttura esistente nel margine settentrionale dell'Appennino. Il sisma ha fatto sollevare il suolo di 12 centimetri .

A Brescia la scossa ha causato qualche danno a chiese ed edifici storici, e diverse scuole sono state chiuse per verificare possibili lesioni.

A mettere a repentaglio la stabilità degli edifici contribuisce il fenomeno dei vulcani di sabbia, che si formano quando la forte pressione generata dal sisma provoca la liquefazione della sabbia, che passa dallo stato solido allo stato fluido e sale in superficie, lasciando grandi vuoti nel sottosuolo. Il terreno, di conseguenza, cede.

Il fenomeno della liquefazione dei terreni


- 3 GIUGNO:  la scossa terremoto di magnitudo 5.1, registrata alle 21.20 nel modenese, ha la stessa natura e origine del primo grande sisma del 20 maggio. A Brescia hanno riportato nuove lesioni gli edifici già precedentemente colpiti, come la chiesa di Verlovecchia; è stata decisa la chiusura anticipata per le vacanze estive di alcuni istituti scolastici.

- 6 GIUGNO:  il terremoto di magnitudo 4,5 è avvenuto in mare, al largo di Ravenna, generato da una faglia diversa rispetto a quelle responsabili dei sismi del 20 e del 29 maggio in Emilia.

Il terremoto è legato all'attività del margine settentrionale dell'Appennino, sepolta sotto la Pianura Padana ed è stato generato dalla struttura di Malalbergo-Ravenna, che costituisce l'estremità più orientale dell'arco di Ferrara.

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- 9 GIUGNO: il sisma di magnitudo 4,5 avvenuto nella zona delle Prealpi Venete, nel bellunese, non è in relazione con i sismi avvenuti in maggio in Emilia, anche se rispondono alla stessa dinamica generale.

E' un'area nella quale in passato sono avvenuti terremoti importanti e che fa parte della stessa struttura di faglie che si trova alle pendici delle Alpi e che é stata anche all'origine del terremoto del 1976 in Friuli.

 

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