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Cronaca Polpenazze del Garda

Estate archeologica al Lavagnone e al Lucone: doppio ritrovamento

Un teschio su cui sembra ci siano degli interventi dell'epoca del Bronzo a Desenzano, i resti di un bambino morto ad appena quattro anni. Non solo spiagge e non solo discoteche: un'estate archeologica tutta da scoprire

Non solo spiagge, non solo discoteche: l’estate 2012 del lago di Garda verrà anche ricordata per un doppio ritrovamento archeologico, un cranio di importanza straordinaria alla palafitta del Lavagnone e addirittura i resti di un bambino (forse di tre o forse di quattro anni) nel cosiddetto sito gemello del Lago Lucone, in quel di Polpenazze.

A Desenzano la campagna di scavi estiva ha preso il via il 2 luglio scorso, a fine mese il primo eccezionale ritrovamento. Oltre a quella che sembra paccottiglia ma che invece ha un enorme valore storico come ciotole e boccali, vasi e altri utensili, i ricercatori dell’Università di Milano hanno rinvenuto le parti di un teschio che avrebbe già ‘compiuto’ almeno 3500 anni. Una mandibola e alcune parti del cranio, su cui gli esperti garantiscono: “Ci sono dei segni, dei tagli. Si trattano di interventi effettuati a quell’epoca”.

Dell’Età del Bronzo, ma appena appena più vecchio, i resti del bimbo rinvenuti al Lucone di Polpenazze. Anche qui gli scavi estivi sono cominciati ai primi di luglio, e proseguiranno fino al 2 di ottobre grazie al costante lavoro del Gruppo Grotte Gavardo, e della preziosa collaborazione di studenti, laureandi e volontari. Forse qui è andata ancora meglio: il cranio del piccolo deceduto, datato 4mila anni, è conservato praticamente intero.

Entrambi i siti gemelli, Lavagnone e Lucone, sono stati dichiarati nello scorso autunno patrimonio mondiale dell’Umanità. Lo straordinario potere della storia, quando la Mesopotamia già splendeva tra palazzi e “rivoluzione urbana”, sul lago di Garda ancora c’erano le palafitte.

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