Omicidio Sana, la condanna e l'appello della comunità pakistana "La politica ci aiuti"
Durissima la condanna della comunità Pakistana di Brescia, radunatesi nella moschea di via Volta per commentare la triste vicenda di Sana Cheema. Presenti anche le compagne di classe della 26enne, cresciuta nel Bresciano e ammazzata in Pakistan per aver rifiutato un matrimonio combinato.
Loro e un manipolo di ex studentesse del Liceo De Andrè sono le uniche donne presenti. "Vogliamo prendere le distanze da chi cerca di strumentalizzare questa vicenda e ricordare Sana per la ragazza indipendente ed esuberante che era. Lei voleva autodeterminarsi ed essere libera e felice." Hanno detto le ex compagne di classe della 26enne.
Un caloroso invito a non strumentalizzare è arrivato anche dall'associazione culturale pakistana di Brescia, che nelle scorse settimane si è mossa perché la verità sulla morte della giovane venisse a galla: "Ci siamo fatti molte domande su quanto accaduto: purtroppo quello che è successo a Sana è frutto di una mentalità arcaica e preislamica che ancora non siamo riusciti a estirpare del tutto. Ci sono ancora tante persone ignoranti e analfabete che credono di essere padroni delle loro donne". Ha detto Jabran Fazal, presidente dell'associazione. Infine l'appello alle istituzioni e ai politici. "Chiediamo alla politica italiana di non usare questa vicenda così tragica per colpevolizzare la comunità pakistana e alimentare la paura verso gli stranieri: per combattere questa mentalità ci serve l'appoggio di tutti, anche della politica. Siamo bresciani e vogliamo essere riconosciuti come tali: chiediamo a tutti i cittadini di scendere in piazza con noi domenica per dire no alla violenza".
Domenica pomeriggio (dalle 15.30 in Piazza Rovetta) è infatti in programma una manifestazione di protesta, organizzata dagli studenti del liceo De Andrè e dalle associazioni pakistane che gestiscono la moschea di Via della volta e il centro culturale islamico di Viale Piave.
