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Cronaca

Imprenditore vicino alla mafia: tutti i beni e le società sequestrati

Sette società, ville e appartamenti extra lusso, c'è pure un bar in centro a Brescia tra i beni sequestrati a Rosario Marchese, 31enne di Caltagirone residente nel Bresciano, dove è sottoposto a sorveglianza speciale.

Secondo gli inquirenti Rosario Marchese aveva messo eccome le mani sulla città: in pochi mesi era riuscito a costruire un vero impero, fatto da sette società e due attività avviate tra Brescia e il lago di Garda. Beni che insieme alla lussuosissima maxi villa dove viveva e un quadro da sei milioni di euro sono stati sequestrati dagli uomini della direzione distrettuale antimafia di Caltanisseta. 

Il 33enne di Caltagirone - residente in una mega villa di Lonato del Garda, dove attualmente è sottoposto alla misura preventiva della sorveglianza speciale con obbligo di dimora - per gli investigatori sarebbe  "contiguo al noto 'clan Rinzivillo', facente capo a Cosa Nostra di Gela e operante sia a Roma che in tutto il territorio nazionale".

I beni sequestrati

In tutto sono stati sequestrati beni per un valore di 15mila euro. Nella lunga lista figurano anche un bar del centro storico di Brescia: 'Il Joseph cafè' di Corso Matteotti acquistato lo scorso giugno. Non solo: Rosario Marchese aveva costituito o rilevato parecchie società, tutte con sede in un unico ufficio situato in via Fratelli Ugoni 36, proprio all'intero dello 'Skyline18'.

Si tratta di imprese attive nei più disparati settori: dai servizi agli istituti di bellezza (è il caso del Multiservice Group) alle consulenze in tema di sicurezza (Overjob srl), di amministrazione gestionale e pianificazione aziendale (Marchese Consulting & Management srl) e in materia di formazione professionale (Overtraining).  A queste si aggiunge la “Automove srl” con sede legale a Brescia, sempre in via Fratelli Ugoni 36, e luogo di esercizio all'aeroporto Catullo di Verona, avente per oggetto il noleggio di autovetture ed autoveicoli leggeri, mezzi di trasporto terrestri, marittimi e aereo.


Ad insospettire gli agenti erano stati l'elevato tenore di vita, la repentina ascesa dell'imprenditore e il patrimonio immobiliare: una ricchezza ritenuta sproporzionata rispetto alla posizione reddituale dichiarata dal 33enne di Caltagirone. 

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