Pennarello-bomba in biblioteca: arrestato Augusto Piccioli
Una volta dimesso dall'ospedale sarà portato in carcere. Nella sua abitazione i Carabinieri di Brescia avrebbero trovato altri pennarelli carichi di polvere pirica, le indicazioni e il 'kit' per costruire altri ordigni
Fin dall’inizio la versione dei fatti di Augusto Piccioli, che ha raccontato di aver trovato il pennarello-bomba nella cassetta della posta, non aveva convinto gli inquirenti. Sospetti che hanno trovato conferme durante la perquisizione dell’abitazione del 69enne, ex sottufficiale dell’areonautica, ora in pensione.
Nella casa di via Disciplina, a Rezzato, dove Augusto Piccioli viveva da alcuni anni, i Carabinieri non solo avrebbero trovato il materiale utilizzato per costruire il pennarello-bomba - scoppiato tra le mani del pensionato all’interno della biblioteca comunale di Rezzato, lo scorso giovedì mattina - ma avrebbero rinvenuto altri 13 penarelli analoghi a quello esploso e pronti per essere utilizzati, oltre a diversi fogli e 'manuali' contenenti le indicazioni per costruire altri ordigni. Proprio il pericolo che Piccioli, una volta dimesso dall’ospedale, potesse reiterare il reato ha fatto scattare le manette.
Secondo gli inquirenti, il 69enne avrebbe fatto tutto da solo, scegliendo volutamente di ‘colpire’ la biblioteca del paese, punto d’aggregazione dei ragazzi rezzatesi, che il pensionato frequentava spesso.
Piccioli, dal letto del reparto di ortopedia dell'ospedale Civile, dov’è stato ricoverato in seguito all’episodio, ha sempre respinto ogni accusa, ribadendo più volte di aver trovato il pennarello esplosivo all’interno di un depliant pubblicitario indirizzato all’ex coinquilino. Una ricostruzione che non regge, viste le schiaccianti prove raccolte dal Nucleo Operativo Radiomobile dei Carabinieri di Brescia, coordinato da Giulio Pisani. I militari hanno smontato pezzo per pezzo la versione resa dal 69enne, che durante gli interrogatori si sarebbe contradetto più volte su alcuni dettagli.
