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Cronaca

Acqua ai nitrati dai rubinetti. Sotto accusa i fertilizzanti agricoli

I gestori idrici rilevano da alcuni giorni un'elevata presenza di nitrati negli acquedotti della provincia. Inquinamento causato, molto probabilmente, dall'eccessivo uso di fertilizzanti

Da alcuni giorni dai rubinetti bresciani esce acqua con una elevata presenza di nitrati. Molto probabilmente, l'origine è da ricondursi ad inquinanti di derivazione organica, che superano i limiti di legge quadruplicando quelli dell'OMS per il nitrato rilevato.

"Leggendo la notizia - commenta Oriella Savoldi, della segreteria Cgil Brescia - viene da chiedersi se ci sia un collegamento fra le nuove disposizioni normative, che consentono di considerare le aree catalogate "vulnerabili all'inquinamento da nitrati" come se in realtà non lo fossero, autorizzando di fatto il raddoppio delle quantità di spandimento, portandolo a ben quattro volte i limiti consigliati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità".

"Di certo - continua Savoldi - l'inquinamento c'è, gli spandimenti di origine zootecnica anche, ma è difficile stabilire se la presenza rilevata sia l'effetto delle nuove disposizioni, oppure il risultato di comportamenti reiterati, considerata la scarsa applicazione della Direttiva Nitrati, qui dalle nostre parti".

Intanto assistiamo al rimpallo delle responsabilità. Secondo i gestori idrici l'inquinamento è da ricondursi all'elevato carico zootecnico cui sono sottoposte le aree della provincia, per gli allevatori, invece, si tratterebbe di depuratori insufficienti.

Da parte istituzionale i comportamenti non sono meno contraddittori. La conversione in Legge dell'articolo 36, che sostanzialmente azzera per un anno (il tempo concesso alle Regioni per effettuare il monitoraggio imposto sulle aree) gli obblighi comunitari in materia di politiche ambientali e agricole della “Direttiva nitrati”, ha incontrato la contrarietà di Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna.

"Queste regioni - spiega ancora Savoldi - in una lettera inviata al ministro dell'Ambiente e al Ministro delle Politiche agricole, hanno dichiarato di non voler procedere fino a quando sarà chiarita la compatibilità delle nuove norme con il diritto comunitario. Se questa compatibilità con ci fosse, infatti, potrebbero scattare sanzioni europee e reazioni, fino alla messa in discussione dei premi già riconosciuti dal Programma agricolo europeo (PAC) alle imprese, qualora non rispettassero gli obblighi comunitari, nonostante la sospensione italiana per Legge". In Lombardia, la presa di posizione dell'Amministrazione regionale (in carica al tempo della conversione in Legge) non tranquillizza, visto che - certamente - non si contraddistingue nell'azione di contrasto all'inquinamento da nitrato dei terreni.

"Monitoraggi aggiuntivi e ricerca di responsabilità non sono mai stati vietati a nessuno, ma per la loro effettuazione, non necessariamente comportano la sospensione di obblighi, che andrebbero immediatamente ripristinati", conclude Oriella Savoldi. Intanto, finché si continuerà a giocare a rimpiattino (sport italiano di massa), i bresciani potranno continuare tranquillamente a bersi l'acqua aromatizzata ai fertilizzanti.

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