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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Via Corsica

Cimici nei letti e controlli notturni delle presenze: rivolta nel centro di accoglienza

Alcuni richiedenti asilo ospitati al «Pampuri» di via Corsica, in città, lamentano una situazione di estrema difficoltà. Cinque di loro sono stati forzatamente trasferiti altrove

Sono giorni caldi al «Pampuri» di via Corsica, in città, e non solo per le temperature che si registrano. Gli ospiti del centro di accoglienza per migranti - attualmente sono 114, un numero che si avvicina alla capienza massima - negli ultimi giorni hanno ripetutamente denunciato diverse criticità, manifestando una difficile convivenza con la direzione della struttura. Due i "fronti caldi" della protesta che è andata in scena ieri all'ora di pranzo all'esterno della struttura: le condizioni igienico-sanitarie e le procedure di controllo delle presenze. La notizia è riportata sulle colonne del quotidiano Bresciaoggi in edicola stamane.  

Per quanto riguarda le condizioni igienico-sanitarie, i migranti hanno denunciato che la struttura è infestata dagli insetti, soprattutto dalle cimici, che di notte arriverebbero a invadere i letti e pungere coloro che stanno dormendo. A riprova di ciò, i manifestanti hanno mostrato le coperte con appiccicati gli insentti morti agli agenti di polizia intervenuti per garantire la sicurezza. Per i prossimi giorni la prefettura ha già organizzato una serie di controlli volti a verificare le effettive condizioni dello stabile. 

Proteste anche per quanto riguarda le procedure di controllo all'interno dell'edificio. A quanto pare nel corso della giornata vengono effettuati due controlli sui presenti, uno tra le 5 e le 6 del mattino e uno tra le 23 e mezzanotte. I controlli non sarebbero per nulla rapidi, tanto che a volte gli ospiti devono attendere a lungo prima di poter uscire per recarsi a lavoro, arrivando in ritardo. Tra i motivi della protesta di ieri, anche il fatto che secondo i migranti cinque di loro, quelli più attivi nella denuncia per la situazione di difficoltà, sarebbero stati trasferiti "per punizione" a Montichiari, lontano dai loro affetti e dal posto di lavoro. 

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