Scoperta di primaria importanza: individuata la proteina che nutre i tumori
La ricerca che ha coinvolto studiosi di tutto il mondo è stata condotta anche dal “nostro” William Vermi, professore associato dell'Università degli studi di Brescia
“I macrofagi si possono riprogrammare quando interferiscono con il micro-ambiente che si crea quando le cellule sane diventano tumorali – spiegano i ricercatori – Siamo riusciti a dimostrare come nei topi la crescita di carcinoma si sia ridotta in assenza della proteina Erk-5 (una particolare proteina della stessa "famiglia" della Erk3, ndr) mentre contemporeaneamente si sia creata una situazione infiammatoria anti-tumorale”.
Da qui la possibilità di andare a “colpire” i macrofagi con apposita terapia mirata a “sopprimere” la proteina in questione. Facendo così si potrebbero bloccare le “cellule spazzino” che in caso di “riprogrammazione” diventerebbero le migliori alleate dello sviluppo del tumore.
Lo studio apre a “nuove speranze”, scrivono dall'Università di Siena. Nei prossimi mesi vedremo cosa succederà. La ricerca ha coinvolto numerosi studiosi, e ha avuto anche il supporto di Marie Curie Research Fellowship, Worldwide Cancer Research, Cancer Research Uk, Fondazione Beretta, Associazione Ig Grant per la ricerca sul cancro.