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Cronaca Pontevico

Coronavirus: il bresciano ricoverato al Civile ha avuto contatti nella "zona rossa"

Sta bene il 51enne di Pontevico ricoverato al Civile insieme ad altre tre persone: è il primo bresciano ad essere contagiato da coronavirus

Era inevitabile, lo aspettavano tutti: anche la provincia di Brescia ha il suo primo contagiato. Come già anticipato qualche ora fa, si tratta di un uomo di 51 anni residente a Pontevico: era stato ricoverato sabato scorso all'ospedale di Manerbio e poi trasferito al Civile. Insieme a lui sono ricoverate altre tre persone, tutte positive al coronavirus, originarie della provincia di Cremona.

Un volto noto del paese: il 51enne lavora in una cooperativa che offre servizi di assistenza ai ragazzi con disabilità. Una “missione” che lui compierebbe quotidianamente, anche al di là dell'orario lavorativo. Ed è per questo che è molto apprezzato e conosciuto a Pontevico. Nel piccolo comune della Bassa ora si teme la psicosi, mentre è sicuro che in tanti sceglieranno la via della quarantena spontanea.

Il quadro clinico

Tornando al quadro clinico dei quattro ricoverati, tra cui il 51enne bresciano, la conferma della positività è arrivata a seguito di analisi eseguite al Policlinico San Matteo di Pavia, uno dei tre laboratori in Lombardia certificati per la verifica dei tamponi al coronavirus (anche se si dice che presto si potranno fare anche al Civile). Nessuno dei quattro ricoverati, comunque, è in gravi condizioni: sono tutti nel reparto Malattie infettive, ma non in Terapia intensiva.

Tampone ad altre 10 persone

Per quanto riguarda il 51enne di Pontevico, sono già stati “tamponati” le dieci persone (circa) con cui avrebbe avuto contatti diretti e prolungati: cinque di loro sono già risultati negativi, per gli altri ci sarà da aspettare ancora qualche ora. Le autorità sanitarie stanno ricostruendo gli spostamenti del 51enne: avrebbe avuto contatti nella “zona rossa”, dunque in uno degli undici paesi del Lodigiano dove si è registrato il primo e più importante focolaio (anche oggi, dei 173 positivi lombardi poco meno del 70% sono residenti in quella zona).

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