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Cronaca

Ragazza accoltellata dai fratelli: "Non capisco il motivo"

La 22enne ferita a colpi di ascia e coltello dai fratelli minorenni ha reso la sua versione dei fatti agli inquirenti.

Ferita con ascia e coltello, mentre dormiva, dai suoi fratelli minori. Un'aggressione folle e brutale, quella avvenuta a Polaveno nella notte tra il 19 e il 20 febbraio, che resta ancora senza una spiegazione. Nemmeno la vittima - una ragazza di soli 22 anni che nei giorni scorsi è stata sentita dagli inquirenti - è riuscita a comprendere perché i due 17enni abbiano fatto irruzione nella sua camera da letto armati di ascia e coltello, colpendola più volte. Nessun rapporto conflittuale, pare, tra i due gemelli e la sorella maggiore. Almeno stando a quanto riferito dalla giovane - commessa in un negozio -  ai militari dell'Arma.

La versione della vittima

"Con i miei fratelli avevo un buon rapporto. Non capisco il motivo", così la 22 avrebbe risposto a chi indaga, come riporta il quotidiano Bresciaoggi.

La versione dei fatti dalla ragazza coinciderebbe con quella resa dei due gemelli che, durante l'interrogatorio di convalida del fermo, avevano mostrato pentimento. I due adolescenti sono accusati di tentato omicidio aggravato dai futili motivi, dalla minorata difesa della vittima, dal vincolo di parentela e dalla premeditazione. 

Un rimprovero dietro alla brutale aggressione

Per chi indaga a scatenare la brutale aggressione potrebbe essere stato un banale rimprovero fatto dalla 22enne ai due fratelli minori. Secondo quanto ricostruito, i due ragazzi avrebbero fatto irruzione nella camera della sorella armati di ascia e coltello: uno l'avrebbe tenuta ferma, mentre l'altro l'avrebbe colpita più e più volte mentre stava dormendo, senza fermarsi nemmeno davanti alle sue grida di dolore. I due se la sono poi data a gambe, rubando 200 euro in contanti dal portafoglio del padre, ma sono stati intercettati dai carabinieri a Ponte Zanano. La ragazza, nel frattempo ricoverata in ospedale, è stata sottoposta a due delicate operazioni chirurgiche.

Uno era finito in carcere - al Meucci di Firenze - subito dopo l'aggressione. Il secondo, che era in ospedale per via di alcune ferite riportate alla mano la notte dell'aggressione, era stato temporaneamente trasferito in una comunità ma poi è finito anche lui in un penitenziario minorile. Decisione inevitabile, si legge nell'ordinanza del Gip, in quanto sarebbe concreto il rischio di reiterazione del reato. Ai due fratelli sarebbe stata inoltre riscontata una chiara incapacità di controllarsi. E, peggio ancora: dopo quanto successo, scrive il giudice, dalla loro personalità emerge “alcun rispetto della vita, anche in presenza di relazioni parentali significative”. 

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