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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Polaveno

Ragazza accoltellata dai fratelli, paese sconvolto: "Preghiamo per i genitori"

Il paese è ancora sotto shock e si interroga sulle ragioni della brutale aggressione

Le buone notizie che arrivano dall’ospedale Civile di Brescia non bastano a dissipare lo shock e lo sgomento che ancora avvolgono, come una grossa nube nera, la comunità di Polaveno. È timido il sospiro di sollievo per il miglioramento delle condizioni della ragazza di 22 anni, aggredita con ascia e coltello dai due fratelli minori - entrambi 17enni -, lo scorso venerdì notte. Perché molti sono gli interrogativi che attendono una risposta, così come i punti oscuri della vicenda che ha lasciato un paese intero senza parole e distrutto una famiglia, da tutti considerata “per bene”.

Una famiglia "per bene"

Nessun segnale, nessun episodio precedente che possa giustificare un’aggressione così folle e brutale: i due fratelli gemelli avrebbero aggredito la sorella 22enne - commessa in un negozio - tra le mura di casa. Armati di ascia e coltello, avrebbero fatto irruzione nella camera da letto della giovane, colpendola più volte e provocandole ferite al collo, al volto, alle braccia, alle gambe e alle mani. Poi avrebbero allertato i soccorsi, arraffato dei contati dal portafoglio del padre e sarebbero scappati a piedi. Una fuga brevissima: intercettati dai carabinieri, avrebbero subito ammesso le loro responsabilità. Uno di loro si trova a Firenze, nel carcere minorile, l'altro invece è ancora a Brescia ma in ospedale, ricoverato per via delle ferite riportate alla mano. Nelle prossime ore compariranno davanti al giudice delle indagini preliminari del tribunale dei minorenni per l’interrogatorio di convalida. E proprio in quell’occasione dovranno spiegare perché hanno massacrato la sorella a colpi di coltello e ascia.

"Esuberanti, ma nessuno s'immaginava potessero arrivare a tanto"

“Ancora non riusciamo a trovare una spiegazione - ci racconta il parroco di Polaveno, Don Ennio Galelli - e siamo increduli per quanto accaduto. Io stesso continuo ad interrogarmi sulla ragione che può avere portato due ragazzini normali, senza evidenti problemi a fare del male alla sorella mentre dormiva nella sua cameretta."

Due adolescenti come tanti: entrambi frequentavano l’oratorio, soprattutto il campo da calcio perché giocavano nella squadra del paese: "Spesso venivano a fare due tiri fuori dagli orari di allenamento - ricorda il sacerdote -. Li incrociavo frequentemente e non mi hanno mai mancato di rispetto. Certo sono più vivaci ed esuberanti dei coetanei ed è capitato che durante le partite si arrabbiassero: magari dicevano qualche parolaccia in più, ma non sono mai stati protagonisti di episodi di violenza. Nessuno poteva immaginare che arrivassero a tanto, nemmeno i compagni di calcio che li conoscevano bene e non si danno pace per quanto accaduto”.

"Educati e rispettosi"

Educati e rispettosi, così vengono descritti anche dalla giovane sindaca del comune di 2400 abitanti, situato a cavallo tra la Val Trompia e il Lago d’Iseo. “Li conoscevo di vista, perché li incontravo spesso nella piazza principale del paese, quando passavo per raggiungere il Comune, e mi salutavano sempre. Sono due ragazzi di buona famiglia, non mi risulta che abbiano mai creato particolari problemi. Per tutti, quello che è successo venerdì notte, è stato un fulmine a ciel sereno e siamo ancora senza parole”, commenta Valentina Boniotti.

I pensieri e le preghiere dell’intera comunità sono rivolti ai genitori dei due ragazzini, la cui esistenza è stata letteralmente sconvolta nel giro di poche ore. "Sto valutando di far visita ai familiari, ma solo quando le acque si calmeranno un pochino, per far sentire la vicinanza dell’amministrazione”, conclude la sindaca.

Le reazioni sui social

Le bocche in paese sono cucite e in pochi vogliono commentare l’accaduto ai giornalisti che da giorni girano per le strade del piccolo paese, decisamente poco abituato ai riflettori. Ma sui social, come spesso accade, si susseguono i commenti e i giudizi trancianti: c’è chi auspica il carcere a vita per i due giovani e chi azzarda perizie psichiatriche. Ma chi conosce la realtà in cui è maturata la brutale aggressione chiede rispetto e silenzio.

“Conosco i genitori, conosco i due ragazzi e la sorella da quando erano piccoli, e anche io, che li conosco tutti, a volte, preferisco fare una sola cosa: portare rispetto - scrive Daniele -. Non sarà il mio commento a far uscire la ragazza dall'ospedale, a farle guarire le ferite del corpo e della psiche, o a togliere dalla testa dei genitori tutto quello che hanno visto. Rispetto: una cosa che, negli ultimi anni, è stata dimenticata da tanti.” Il commento, scritto su Facebook, riassume più di tanti altri il sentimento di un intero paese, ferito nel profondo dallo sconvolgente fatto di cronaca nera.

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