Disastro ferroviario: prima di morire, il gesto d’amore per salvare la figlia
Ha cercato di proteggerla afferrandola con un braccio: questo il gesto che ha salvato la vita alla giovane Lucrezia, la figlia di Pierangela Tadini, una delle tre vittime del disastro ferroviario di Pioltello
Prima abitavano a Caravaggio, da qualche anno invece a Misano. Pierangela Tadini lavorava negli uffici amministrativi dell'ospedale San Giuseppe di Milano. I nonni di Lucrezia (e genitori di Pierangela) abitano ancora a Caravaggio: mamma Angelo e papà Luisa, che la piangono insieme alla sorella.
Sempre buona e disponibile, dicono di lei. Un sorriso che rimarrà per sempre in qualche fotografia. Spezzato da un maledetto destino, e da un binario rotto che rotto proprio non doveva essere. Insieme a Tadini su quel convoglio hanno perso la vita altre due donne.
Ida Maddalena Milanesi aveva 61 anni, abitava a Caravaggio: lavorava come neurologa, esperta in radioterapia, all'istituto neurologico Carlo Besta di Milano. Anche Alessandra Giuseppina Pirri era una pendolare, aveva solo 39 anni. Abitava a Capralba, al confine tra Bergamo e Cremona, faceva la contabile a Sesto San Giovanni.