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Cronaca

Piano vaccini, il nuovo calendario: a chi tocca dopo docenti e over 80

In via di definizione la bozza del documento: sono cinque le categorie prioritarie in base all’età e alla presenza di patologie pregresse. Tra le novità la vaccinazione nelle aziende "qualora le dosi disponibili lo consentano"; oggi se ne discute al tavolo della Conferenza delle Regioni

Brescia è stata travolta dalla terza ondata e si prepara ad entrare in zona rossa, essendo la provincia più preoccupante d'Italia per il rapporto tra contagi e numero di abitanti. Ma non ci sono solo le misure restrittive come unica arma per uscire da questa situazione sempre più grave: la principale restano infatti i vaccini, nonostante la preoccupante e persistente disorganizzazione, ormai ammessa anche da Matteo Salvini, della regione guidata da Attilio Fontana.

Il piano vaccini

Una volta terminate le somministrazioni di docenti, forze dell’ordine e ultraottantenni, toccherà alle persone estremamente fragili per poi procedere quasi esclusivamente per fasce di età decrescenti. C’è attesa per l'arrivo del nuovo piano di vaccinazioni anti Covid-19 allo studio del governo che dovrebbe approdare oggi al tavolo della Conferenza delle Regioni. Dalla bozza del nuovo documento, in via di definizione, si attendono novità sulla quantità delle nuove dosi in arrivo ma anche su distribuzione e logistica per le somministrazioni sul territorio. Come anticipato da ‘Quotidiano Sanità’, rispetto alla precedente versione del piano strategico vengono "identificate 5 nuove categorie prioritarie in base all’età e alla presenza di condizioni patologiche". E vale a dire:

  • Categoria 1: persone con elevata fragilità;
  • Categoria 2: persone di età compresa tra 70 e 79 anni;  
  • Categoria 3: persone di età compresa tra i 60 e i 69 anni;
  • Categoria 4: persone con comorbidità (ovvero più patologie pregresse) di età inferiore a 60 anni senza connotazione di gravità;
  • Categoria 5: resto della popolazione di età inferiore ai 60 anni;

Cosa prevede la bozza del nuovo piano vaccini

Trattandosi di una bozza, il documento è ovviamente suscettibile di modifiche. Nella categoria 1, quella delle persone estremamente vulnerabili, dovrebbero essere compresi tutti quei cittadini affetti da specifiche patologie valutate come particolarmente critiche in quanto correlate al tasso di letalità associata a COVID-19. E vale a dire: 

Area di patologia Definizione
Malattie Respiratorie Fibrosi polmonare idiopatica; altre patologie che necessitino di ossigenoterapia
Malattie cardiocircolatorie Scompenso cardiaco in classe avanzata (IV NYHA); pazienti post shock cardiogeno.
Condizioni neurologiche e disabilità (fisica, sensoriale, intellettiva, psichica) Sclerosi laterale amiotrofica; sclerosi multipla; paralisi cerebrali infantili; pazienti in trattamento con farmaci biologici o terapie immunodepressive e conviventi; miastenia gravis; patologie neurologiche disimmuni.
Diabete/altre endocrinopatie severe (quali morbo di Addison) Soggetti over 18 con diabete giovanile, diabete di tipo 2 e necessitano di almeno 2 farmaci ipoglicemizzanti orali o che hanno sviluppato una vasculopatia periferica con indice di Fontaine maggiore o uguale a 3
Fibrosi cistica Pazienti da considerare per definizione ad alta fragilità per le implicazioni respiratorie tipiche della patologia di base.
Insufficienza renale/patologia renale Pazienti sottoposti a dialisi.
Malattie autoimmuni – immunodeficienze primitive Grave compromissione polmonare o marcata immunodeficienza e conviventi; immunodepressione secondaria a trattamento terapeutico e conviventi.
Malattia epatica Pazienti con diagnosi di cirrosi epatica.
Malattie cerebrovascolari Evento ischemico-emorragico cerebrale che abbia compromesso l’autonomia neurologica e cognitiva del paziente affetto. Persone che hanno subito uno "stroke" nel 2020 e per gi anni precedenti con rankin maggiore o uguale a 3.
Patologia oncologica e emoglobinopatie Pazienti onco-ematologici in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure e conviventi. Genitori di pazienti sotto i 16 anni di età. Pazienti affetti da talassemia
Sindrome di Down Tutti i pazienti con sindrome di Down in ragione della loro parziale competenza immunologica e della assai frequente presenza di cardiopatie congenite sono da ritenersi fragili
Trapianto di organo solido: in lista di attesa e sottoposti a trapianto emopoietico dopo 3 mesi dal trapianto ed entro 1 anno dalla procedura Trapianto di organo solido o emopoietico al di fuori delle tempistiche specificate, che abbiano sviluppato una malattia del trapianto contro l’ospite cronica in terapia immunosoppressiva e conviventi.
Grave obesità Pazienti con BMI maggiore di 35

Dovrebbero essere comprese nella categoria dei soggetti vulnerabili anche le persone con gravi disabilità (fisica, sensoriale, intellettiva, psichica) ai sensi della legge 104. Il vaccino sarà somministrato anche ai conviventi e, nel caso dei disabili gravi, ai caregiver che forniscono assistenza. 

Con le categorie 2 e 3 si procederà per fasce di età. A seguire saranno vaccinati tutti i soggetti persone con comorbidità di età inferiore a 60 anni senza la connotazione di gravità riservata alla persone estremamente fragili. 

Nella categoria 4 dovrebbero rientrare: 

Area di patologia
Malattie Respiratorie
Malattie cardiocircolatorie
Condizioni neurologiche e disabilità (fisica, sensoriale, intellettiva, psichica)
Diabete/altre endocrinopatie
HIV
Insufficienza renale/patologia renale
Ipertensione arteriosa
Malattie autoimmuni/Immunodeficienze primitive
Malattia epatica
Malattie cerebrovascolari
Patologia oncologica

La vaccinazione dei soggetti over 80 e dei soggetti con elevata fragilità potrà anche procedere in parallelo. Tra le categorie prioritarie in corso di immunizzazione, oltre a forze dell'ordine e personale docente e non docente scolastico e universitario, saranno compresi i lavoratori del soccorso pubblico, servizi penitenziari e altre comunità residenziali. 

Terminata la vaccinazione delle categoria indicate sopra, si procederà con l'immunizzazione del resto della popolazione di età inferiore ai 60 anni che dovrebbe seguire un criterio rigorosamente legato all'età. Ma trattandosi di una bozza non è escluso che vengano apportate ulteriori modifiche. 

Il calendario vaccinale dunque dovrebbe essere il seguente:

  • Operatori sanitari non ancora vaccinati;
  • Soggetti di età superiore a 80 anni;
  • Forze dell'ordine, personale scolastico, personale delle carceri e dei luoghi di comunità;
  • Persone con elevata fragilità;
  • Persone di età compresa tra 70 e 79 anni;  
  • Persone di età compresa tra i 60 e i 69 anni;
  • Persone con comorbidità (ovvero più patologie pregresse) di età inferiore a 60 anni senza connotazione di gravità;
  • Resto della popolazione di età inferiore ai 60 anni;

L'immunizzazione delle prime tre categorie è in realtà già in corso e nel caso del personale sanitario è stata quasi completata. L'intenzione del governo è quella di uniformare le regole su tutta la penisola: basta con le differenze tra regioni e le fughe in avanti dei governatori. 

I vaccini in arrivo

La parola d'ordine è accelerare. Nel prossimo trimestre sono in arrivo almeno 45 milioni di dosi (nella tabella in basso si parla di 52 milioni, ma il vaccino Curevac deve ancora completare i trial clinici), il che vuol dire che al netto di ulteriori ritardi si potranno somministrare fino a 500mila dosi al giorno. Secondo il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, ospite di '24Mattino' su Radio24, "all'inizio dell'estate due terzi della popolazione avrà ricevuto almeno una dose, per ottobre anche la 
seconda". 

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Intanto ieri  la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha annunciato che nelle prossime due settimane, Pfizer-BioNTech fornirà all'Unione europea 4 milioni di dosi aggiuntive di vaccino anti Covid-19 per fronteggiare la diffusione delle varianti del virus. Le dosi previste del vaccino Pfizer-BioNTech erano 62 milioni, che saliranno così a 66 milioni. Per l’Italia, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, "ciò equivale ad una quota aggiuntiva di 532mila dosi che saranno consegnate nelle ultime due settimane di marzo e che aiuteranno ad affrontare l'emergere di nuovi contagi e varianti".

E il vaccino Sputnik 'lombardo'?

Il vaccino russo sarà anche "made in Lombardia". La notizia è ormai nota da martedì, dopo la firma del primo accordo europeo per la produzione del vaccino, tra il fondo governativo russo e la società Adienne Pharma&Biotech, multinazionale svizzera che possiede uno stabilimento produttivo anche a Caponago, in provincia di Monza e Brianza. Il via alla produzione è previsto per il mese di luglio. L'obiettivo è quello di arrivare alla produzione di circa 10 milioni di dosi entro la fine dell'anno, anche perché, a detta di autorevoli riviste, non ci sono dubbi sulla sua efficacia.

Il problema è che la Ue non ha comprato nemmeno una fiala di questo vaccino. Al momento, il solo paese dell'Unione che lo ha autorizzato è stato l'Ungheria, dove all'inizio di febbraio sono giunte 40mila dosi del farmaco. Invece dall'Ema (l'Agenzia europea per i medicinali) non sono ancora arrivate le tante attese valutazioni su efficacia e sicurezza. E non è detto che arrivino a breve.

Fonte: Today.it
 

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