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Cronaca

Pesca un carpione e se ne vanta su Facebook: denunciato

Un pescatore esperto (che non poteva non sapere del divieto) ha postato sul social network due foto con un prezioso e ormai raro carpione

«In tre ore di pesca con la tirlindana (un sistema di pesca che si effettua con la barca in movimento) al largo di Corno di Bò, ha preso due trote, un carpioncino ed un cavedano». Questo post, assieme alle due foto a corredo, costerà carissimo a un esperto pescatore veronese di Torbole. A metterlo nei guai un amico che ne ha postato le foto sul gruppo Facebook “Amo Torbole”. Vantarsi del bottino di pesca è reato? No, il reato è stato quello di aver pescato un esemplare di carpione, la cui pesca è assolutamente proibita sul Garda, l'unico lago al mondo dove si trova questa specie. 

Dopo il divieto delle province di Brescia e Verona, da inizio anno finalmente anche la provincia di Trento si è accodata. Sulla questione del post su Facebook sono intervenuti con lungo comunicato congiunto l’Associazione Unione Pescatori Bresciani e il WWF Bergamo-Brescia, ne riportiamo il testo.

«Il Carpione (Salmo carpio), specie endemica che vive solo nel lago di Garda è ricchezza e patrimonio della biodiversità gardesana. Le sue carni pregiate erano già apprezzate dagli antichi Romani e nel 1464, con Decreto della Repubblica di Venezia, era considerato piatto d’onore nei banchetti ducali. La sua presenza nel lago si è sempre più ridotta e per questo motivo, nel 2006, è stata inserita nella Lista Rossa dello IUCN perché a forte rischio di estinzione.
Questa drastica diminuzione è anche dimostrata dalle quantità di pesce pescato nel corso degli anni, si passa dalle 227 tonnellate/anno degli anni ‘50 alle 0,4 tonnellate/anno del 2009. Il crollo della popolazione, che sta continuando anche ai giorni nostri, è dovuta a molteplici aspetti: l’eccessiva pressione di pesca ed in periodo di riproduzione, la perdita delle aree di frega, la modifica delle condizioni di temperatura e della concentrazione di ossigeno, gli scarichi fognari. Il divieto di pesca è attivo da anni nelle province di Brescia e Verona. E Trento? Dopo l’ultimo scandalo dell’anno scorso, che ha visto un Carpione femmina pescata in Trentino e postato sui social, ha finalmente vietato la pesca all’inizio del 2019 ma ancora oggi siamo costretti a vedere bracconieri gongolanti che impunemente sbandierano su Facebook la loro conquista più ambita.
Siamo costretti a vederlo, di nuovo esibito come un comune trofeo di pesca, senza rispetto per nulla, né per l’ecosistema né per il patrimonio che esso rappresenta. Siamo disgustati nel vedere episodi del genere, essi sono la dimostrazione che la stupidità dell’essere umano è senza limiti.
Il signore che si è fatto fotografare con la sua “preda” non può essere annoverato nella categoria dei pescatori ma va considerato, semplicemente, un volgare bracconiere.
Chiediamo controlli più severi accompagnati da una seria politica comune tra le Regioni per la salvaguardia di tale specie e di tutte le altre specie autoctone del lago.
Ci aspettiamo che le Amministrazioni e la politica si prendano a cuore questa missione che potrebbe permettere al lago di Garda di diventare un’eccellenza non solo per la bellezza del paesaggio, ma anche la salubrità delle sue acque e per l’unicum della sua biodiversità. 
Ci aspettiamo inoltre, dagli Enti preposti, un chiaro segnale che tali episodi non sono più tollerati.
Il Carpione, Re del lago, merita la massima attenzione e tutto il lavoro di salvaguardia deve tenere conto della sua presenza e della necessità di farlo sopravvivere alle nostre azioni. L’Associazione U.P.BS – Unione Pescatori Bresciani ed il WWF Bergamo-Brescia da anni si spendono per una collaborazione seria e condivisa che porta avanti progetti di tutela ambientale e conservazione delle popolazioni ittiche autoctone».

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