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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Il calvario dei pendolari: trafelati al binario, restano sulla banchina

La denuncia di un pendolare della linea Brescia-Bergamo delle 7.02: "Siamo arrivati trafelati al binario, il treno aveva le porte chiuse e non ci ha lasciati salire, ripartendo con noi attoniti sulla banchina"

Non basta doversi alzare all'aba 5 giorni su 7, dare un bacio frettoloso alla famiglia e correre trafelati verso la stazione. No, perché oltre al "danno" - per quanto poco possa considerarsi un danno di questi tempi avere un lavoro, per quanto non vicino a casa - c'è la beffa Trenord.

La segnalazione fa parte di una lettera inviata da un lettore all'Eco di Bergamo: "Arriviamo trafelati al binario - dice -, il treno è lì ma non ci apre e parte".

Il convoglio incriminato è quello della linea Brescia-Bergamo delle 7.02, ogni giorno affollato di pendolari che poi devono cambiare treno per poter raggiungere Milano. 

A un ritardo "canonico"di almeno 5-10 minuti i pendolari sono abituati, prosegue la lettera, ma ci sono giornate che hanno "del clamoroso". Come quella di ieri, venerdì 18 settembre: il treno si ferma a Bergamo, in arrivo da Brescia per Milano, alle 7.02. I pendolari trafelati si dispongono sulla banchina in attesa di poter salire. Ma le porte sono già chiuse. E tali resteranno.

Il treno, infatti, partirà senza aver lasciato salire lavoratori, né studenti, né viaggiatori di "piacere". 

"L'impatto economico e sociale in ore lavorative perse - denuncia il lettore -, appuntamenti da rimandare, stanchezza fisica e psicologica che si accumula... è davvero rilevante e facilmente calcolabile, visto il numero di persone coinvolte, in svariate migliaia di euro. Tutto questo per mancanza di coordinamento e per non aver tenuto aperte le pporte un minuto (uno!) in più".

"Auspico - conclude la lettera - maggiore vigore nell’azione da parte delle amministrazioni comunali di tutti i paesi in cui i cittadini pendolari vivono presso i vertici di Regione Lombardia e delle società che gestiscono e dunque hanno la responsabilità del trasporto pendolare. Un mancato e marcato cambio di rotta costringerebbe i pendolari a dubitare dell’efficacia della loro attività amministrativa".

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