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Cronaca Pisogne

Malore dopo il tuffo, la corsa in ospedale e la tragedia: non è sopravvissuto

Un'altra vittima, stavolta sul lago d'Iseo

Non è sopravvissuto al malore, scatenato probabilmente dall'ennesima idrocuzione, il 52enne olandese Patrick Van Dijk, in vacanza sul lago d'Iseo: si era sentito male giovedì pomeriggio a largo di Pisogne, mentre praticava wakeboard - una sorta di "fusione" tra sci nautico e snowboard. A dare l'allarme e a portarlo a riva nel disperato tentativo di salvarlo, gli amici che erano con lui: il 52enne si sarebbe tuffato dalla barca pronto a iniziare la "sessione" di wake, ma da quel tuffo non è più riemerso.

Rianimato e poi in ospedale

Gli amici sono riusciti a issarlo sulla barca, a cui era legato con una corda, e trasportarlo verso riva, fino al porto Goen. Qui è stato rianimato inizialmente con un defibrillatore semiautomatico, in attesa dell'arrivo dei soccorsi: sul posto i volontari dell'ambulanza Sma di Pisogne, l'automedica da Esine, l'elicottero decollato da Bergamo, i Carabinieri a terra e la Guardia Costiera in acqua.

Il turista è stato rianimato a lungo, per più di venti minuti, ma il suo cuore ha effettivamente ripreso a battere: per questo è stato infine trasferito d'urgenza, in elicottero, al Civile di Brescia dove è stato ricoverato in codice rosso e dove è arrivato poco dopo le 15. Ma sono passate poche decine di minuti prima che venisse confermata la tragica notizia del decesso. 

In vacanza con la famiglia

Patrick Van Dijk, di nazionalità olandese, era in vacanza con la famiglia in un campeggio di Marone. Giovedì, poco dopo le 13, era uscito in barca con alcuni amici, con l'intento di praticare il wakeboard. Meno di un'ora più tardi è stato lanciato l'allarme: il resto, purtroppo, è storia nota. Confermata la morte per cause naturali, la salma verrà presto riconsegnata ai familiari. 

E' il settimo morto per (probabile) idrocuzione, in poco più di un mese, sui laghi bresciani. L'idrocuzione, ricordiamo, è la reazione violenta allo shock termico dopo un tuffo dove l'acqua è più fredda che la temperatura esterna: provoca sincope (perdita di conoscenza) che può portare anche alla morte.

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