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Cronaca

Barista uccide a coltellate l’ex fidanzata, una maestra elementare

La vittima è la 46enne Alessandra Maffezzoli, maestra elementare in una scuola di Lazise. Arrestato l'assassino: Jean Luca Falchetto, barista a Bardolino, 53 anni. L'omicidio è avvenuto a Pastrengo. L''uomo avrebbe cercato di suicidarsi buttandosi nel lago di Garda

Un nuovo caso di femminicidio è avvenuto la notte del 8 giugno a Pastrengo, nel Veronese. Alessandra Maffezzoli, maestra elementare in una scuola di Lazise, 46 anni, è stata uccisa dal suo ex compagno Jean Luca Falchetto, barista a Bardolino di 53 anni. L'omicidio è avvenuto nella casa della donna, in via Maggiore Negri di Sanfront e il caso è stato risolto dai Carabinieri della Compagnia di Peschiera del Garda, comandati dal maggiore Francesco Milardi, e dai militari del Sis di Verona, guidati dal maggiore Raffaele Fedrigo. Jean Luca Falchetto si trova ora nel carcere di Montorio dopo aver confessato il delitto al pubblico ministero Valeria Ardito. I fatti sono stati ricostruiti dai Carabinieri, anche sulla base della confessione dell'uomo.

Jean Luca Falchetto si è presentato a casa della ex Alessandra Maffezzoli. Tra i due i rapporti non erano cattivi. I vicini hanno detto che i due saltuariamente si rivedevano, anche dopo che la loro relazione era terminata circa un anno fa. La donna era sola in casa. I figli, uno di 16 e uno di 18 anni, che la donna aveva avuto da una relazione precedente a quella con l'omicida, era usciti. Secondo quanto detto dal 53enne, originario della Svizzera ma residente a Caprino, tra lui e la donna è nata una discussione che è poi degenerata. I militari hanno riferito che con tutta probabilità l'alterco è iniziato al piano terra della casa della vittima. La donna è poi scappata al piano di sopra, in una mansarda, dove l'uomo ha preso un grosso porta candele in ceramica, pesante e spesso, e lo ha rotto in testa alla donna, lasciandola tramortita. Successivamente l'uomo ha preso un coltello. Ancora è da chiarire se Jean Luca Falchetto era già armato oppure se ha preso il coltello in casa della vittima. L'omicida ha affondato la lama una decina di volte nel petto della donna e poi ha nascosto l'arma dietro un armadio. Dopo di che è uscito passando da una finestra ed è scappato con la sua auto, una Lancia Delta bianca.

I FATTI - Poco prima delle 21.30, arriva ai Carabinieri la segnalazione dei vicini, che hanno sentito i rumori della violenta lite e hanno chiesto ai militari di intervenire. Giunti sul posto i Carabinieri trovano la casa chiusa e nessuno risponde. Un militare si arrampica sul tetto e scende sul balcone della stanza illuminata del secondo piano. Da lì vede il corpo di Alessandra Maffezzoli e avvisa i colleghi. Giungono anche i vigili del fuoco, che aprono un varco in una finestra. I militari riescono così ad entrare e scoprono così l'omicidio. 

Le indagini partono immediatamente. Si cercano informazioni sulla vittima negli schedari, tra i vicini e i conoscenti. Alessandra Maffezzoli si era trasferita a Pastrengo da una decina d'anni e lavorava come maestra elementare. I figli della donna, intanto, rincasano dopo la serata e sul posto ricevono la notizia della morte della madre. I due rimangono pietrificati e non riescono a dire una parola. Tra gli schedari risulta una segnalazione fatta nel dicembre scorso dalla vittima, che aveva dichiarato ai Carabinieri che il suo ex compagno, Jean Luca Falchetto, le aveva rotto lo specchietto dell'auto.

Dopo aver raccolto anche le testimonianze dei vicini, i militari concentrano le ricerche su Jean Luca Falchetto. Al telefono non risponde e in casa sua, a Caprino, non c'è. L'uomo non si trova fino a quando non arriva la chiamata del custode di un hotel di Castelnuovo del Garda. La struttura ha anche un campeggio e il custode ha trovato un uomo in evidente stato confusionale. È mezzo nudo, scalzo, indossa solo dei pantaloni lacerati. Quando i carabinieri arrivano sul posto, trovano la sua auto nel parcheggio dell'hotel. Jean Luca Falchetto viene trovato seduto e ancora confuso, come se stesse lentamente riaccendendo l'interruttore della testa dopo averlo spento. L'uomo si era buttato nel lago, con l'intento poco convinto di suicidarsi.

L'uomo è stato prelevato dai militari e nella notte confesserà tutto, dicendo di aver perso la testa e che non si sarebbe mai immaginato che l'incontro di ieri sera potesse finire in quel modo. 


Fonte: Veronasera.it

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