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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Manerbio

Operata a un neo, sta male per mesi e poi muore: medico accusato d'omicidio

La Procura ha chiuso le indagini relative alla morte di Roberta Repetto

Un'operazione in ambiente non ospedalizzato e senza adeguata tecnica chirurgica, nessun esame successivo, il peggioramento delle condizioni della paziente fino al tragico epilogo, il decesso: sono queste le evidenze che per la Procura di Genova – titolare delle indagini – hanno portato alla definitiva accusa di omicidio volontario in concorso nei confronti del medico bresciano Paolo Oneda, della sua compagna (psicologa) Paola Dora e del fondatore del Centro Anidra di Borzonasca, Paolo Bendinelli, quest'ultimo accusato anche di violenza sessuale e maltrattamenti.

Anidra è un centro olistico in cui, si legge, si lavora “sulla formazione dell'individuo, cercando di integrare la sua dimensione interiore con quella esteriore e con l'ambiente che lo circonda”: all'interno sono stati allestiti un parco rurale, un orto medievale, agriturismo e campeggio, spazi per matrimoni e feste private. 

La morte di Roberta Repetto

La vittima, ricordiamo, è la povera Roberta Repetto: morta nell'ottobre del 2020 a 40 anni per un tumore mai curato. La sua agonia era cominciata poco più di un anno prima quando, secondo l'accusa, sarebbe stata operata dal chirurgo Paolo Oneda (che era in forza all'ospedale di Manerbio, oggi sospeso dall'incarico) in presenza del “santone” Paolo Bendinelli e della psicologa Paola Dora. Quell'operazione, come detto, avrebbe dovuto asportare senza conseguenze un neo sanguinante dalla schiena.

L'intervento chirurgico

A seguito dell'intervento, eseguito (scrive la Procura) in un ambiente non ospedalizzato e senza adeguata tecnica chirurgica, Roberta Repetto sarebbe stata male per mesi, in un crescendo di sintomi per cui però non ci fu alcun approfondimento medico. Anzi, i tre accusati di omicidio l'avrebbero convinta a proseguire con tisane e meditazione, nonostante la sofferenza di Repetto, che come detto morirà pochi mesi più tardi.

Furono i suoi familiari a denunciare l'accaduto. Le indagini portarono, nell'aprile di un anno fa, all'arresto di Oneda e Bendinelli: a questo si aggiunsero le denunce in stato di libertà per la psicologa Paola Dora (ora accusata di omicidio) e di Teresa Cuzzolin, amministratrice del Centro Anidra accusata di circonvenzione di incapace. 

La nota del Centro Anidra

Solo poche settimane fa, il Centro Anidra ha pubblicato una nota ufficiale in cui si definisce “indubbiamente parte lesa nella vicenda giudiziaria che vede coinvolti Paolo Bendinelli, Paolo Oneda e Paola Dora: per queste ragioni – scrive la portavoce Francesca Cambi – chiediamo il rispetto della privacy e della dignità di ogni singolo socio e ospite delle nostre strutture. Siamo convinti che gli indagati potranno dimostrare la loro completa innocenza ed estraneità ai fatti soltanto nell'eventuale processo: evidentemente, le prove della loro presunta colpevolezza non sono così certe e inequivocabili, visto che le indagini vanno avanti da oltre un anno senza che se ne veda la fine. Ribadiamo il nostro dolore per la morte dell'amica Roberta Repetto, e vogliamo ringraziare le tantissime persone che in questi mesi ci hanno sostenuto e apprezzato, permettendo a tutti noi di poter continuare a lavorare”.

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