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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca

Morta dopo l’operazione sul tavolo da cucina: chirurgo bresciano condannato per omicidio colposo

Tre anni e quattro mesi di reclusione: questa la pena che dovrà scontare Paolo Oneda

Tre anni e quattro mesi per omicidio colposo: è questa la pena che dovrà scontare Paolo Oneda, il medico bresciano finito a processo insieme alla compagna Paola Dora e al ‘santone’ Vincenzo Paolo Bendinelli, per la morte della 40enne Roberta Repetto. La donna era deceduta nell’ottobre del 2020 all’ospedale San Martino di Genova, uccisa dalle metastasi di un tumore dopo l'asportazione di un neo effettuata dal chirurgo - in forza all’ospedale di Manerbio e poi sospeso dall’incarico - sul tavolo della cucina di un centro olistico e curata per due anni con tisane zuccherate e meditazione.

La sentenza

Il processo, celebrato con rito abbreviato, si è chiuso poche ore fa: il giudice per l'udienza preliminare Alberto Lippini, oltre al medico bresciano Oneda, ha condannato anche il ‘santone’ Bendinelli a 3 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio colposo. La psicologa Paola Dora, anche lei bresciana, è stata assolta.

Oneda e Bendinelli erano accusati anche di violenza sessuale e circonvenzione di incapace: il giudice li ha assolti perché il fatto non sussiste.

Una condanna molto più breve rispetto alle richieste del pm Gabriella Dotto che aveva chiesto 16 anni per Bendinelli, 14 per Oneda e 10 per Dora, accusandoli di omicidio volontario."La famiglia Repetto prende atto della sentenza e resta in attesa di conoscere le motivazioni che hanno portato a questa decisione”, si legge nella nota diffusa dai familiari della vittima.

La morte di Roberta Repetto

La povera Roberta Repetto è morta nell'ottobre del 2020 a 40 anni, per un tumore mai curato. La sua agonia era cominciata poco più di un anno prima quando, secondo l'accusa, era stata operata dal chirurgo Paolo Oneda (all’epoca in forza all'ospedale di Manerbio) in presenza del “santone” Paolo Bendinelli  e della psicologa Paola Dora. Quell'operazione, come detto, avrebbe dovuto asportare senza conseguenze un neo sanguinante dalla schiena.

L'intervento chirurgico

A seguito dell'intervento, eseguito (scrive la Procura) in un ambiente non ospedalizzato e senza adeguata tecnica chirurgica, Roberta Repetto era stata male per mesi, in un crescendo di sintomi per cui però non ci fu alcun approfondimento medico. Anzi la donna sarebbe stata convinta a proseguire con tisane e meditazione, nonostante la sofferenza. Furono i suoi familiari a denunciare l'accaduto. Le indagini portarono, nell'aprile del 2021 all'arresto di Oneda e Bendinelli: a questo si aggiunsero le denunce in stato di libertà per la psicologa Paola Dora, ora assolta dall’accusa di omicidio. 
 

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