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Cronaca Palazzolo sull'Oglio

Tenta di stuprare una donna sulla porta di casa: “Perdono, non ero in me”

Il giovane pakistano ha inviato dal carcere un lettera alla donna che ha provato a stuprare, chiedendo di perdonarlo: "Avevo la mente offuscata, non volevo fare del male"

"Non credo a una sola parola di quello che c'è scritto - ci racconta la vittima del tentato stupro - e di sicuro non l'ha scritta di sua iniziativa: è solo una tattica processuale. Fino a pochi mesi fa non sapeva neanche una parola d'italiano e ora sarebbe già in grado di scrivere una lettera: mi sembra impossibile."

"L'aggressore era lucido quando ha agito - precisa l'avvocato della donna, Piero Pasini - gli esami effettuati poco dopo la violenza non hanno infatti evidenziato positività a sostanze stupefacenti o all'alcol."  

Per il perdono è comunque troppo presto: "Anche se fosse realmente pentito di ciò che ha fatto, ora non riesco proprio a perdonarlo - prosegue la 56enne di Palazzolo -. Avrebbe dovuto pensarci quel giorno, quando io urlavo implorandolo di smettere e lui invece mi teneva ferma e mi strappava i vestiti di dosso. Da allora la mia vita è cambiata radicalmente: ho paura a stare da sola e non esco più di casa senza il mio cane. Inoltre, porto sempre con me una bomboletta di spray al peperoncino per difendermi."

Ai traumi psicologici si aggiungono quelli fisici: "Per due mesi non ho dormito e ancora oggi ho continui incubi. In seguito all'aggressione ho cominciato ad avere diversi problemi di salute: ho dei problemi anche a livello cardiaco". Anche per queste ragioni la donna si è costituita parte civile nel processo che prenderà il via il prossimo 6 febbraio.

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