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Cronaca Via Valsaviore

Troppi contanti e un sospetto: l'ombra dell'usura sulla vita di Frank

L'attenzione degli investigatori è ora rivolta sul movente del duplice omicidio. Non convince la tesi del killer Muhammad Adnan che ha confessato di avere ucciso per motivi di concorrenza. Gli investigatori stanno lavorando sui conti delle vittime e sul tesoretto da 800mila euro trovato nelle disponibilità della famiglia Seramondi

Qual'è il reale movente del duplice omicidio Seramondi? Sulla risposta a tal domanda ruotano ora le indagini degli inquirenti. La confessione fornita domenica scorsa dal killer Muhammad Abdan - che questa mattina comparirà davanti al gip insieme al complice Sarbjit Singh per l'interrogatorio di convalida del fermo - non convince affatto.  Il pakistano continua a ribadire la stessa tesi - come ha confermato anche l'avvocato d'ufficio Claudia Romele - cioè che avrebbe ucciso i coniugi Seramondi per concorrenza.

Una tesi che non convince. Tanto che tra le motivazioni che potrebbero avere spinto il pakistano a sparare con un fucile a canne mozze, che è risultato rubato e sul quale la Procura ha disposto una perizia, spunta anche l'usura. Per il momento si tratta solo di una delle tante ipotesi sulle quali gli inquirenti stanno lavorando, come ha confermato il questore Carmine Esposito.

L'attenzione si è spostata sull'analisi dei conti delle vittime e sul tesoretto di 800mila euro trovato in cinque abitazioni diverse: a casa dei coniugi e del figlio Marco, come del fratello di Frank (titolare della licenza)  e di una dipendente che faceva da contabile. Soldi sono stati rinvenuti anche a casa di Arban Corri, il dipendente ferito lo scorso primo luglio.  Da stabilire c'è la provenienza di tali somme. Nel mirino della Guardia di Finanza ci sono, invece, i conti bancari della famiglia Seramondi, che sono sotto sequestro. Inoltre, si cerca di appurare l'esistenza di conti intestati ai Seramondi all'estero.

Sotto la lente degli investigatori anche i passaggi di proprietà del negozio "Dolce & Salato" che si trova proprio di fronte alla pizzeria da Frank. Il locale sarebbe stato ceduto da Frank a un pakistano che a sua volta, dopo un solo anno di gestione, l'avrebbe passato all'assassino. 

Intanto le indagini hanno confermato che il complice indiano aveva ricevuto 1.500 euro per accompagnare il killer e altri 10 mila euro li avrebbe incassato dopo l´omicidio.

Il figlio dei coniugi Seramondi si è chiuso nel silenzio e nella sua abitazione di Ospitaletto controllata a vista dai Carabinieri. 

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