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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Federica Raccagni: "Anche lo Stato è responsabile della morte di mio marito"

La vedova del macellaio ucciso a Pontoglio, nel corso di una rapina in villa, martedì 15 settembre era in aula per l'udienza preliminare con imputato Ergren Cullaj, terzo componente della banda di albanesi. Fuori dal tribunale di Brescia c'è stato un presidio di solidarietà

BRESCIA. Un'udienza lampo, 15 minuti, per il terzo componente della banda di rapinatori albanesi responsabile dell'omicidio preterintenzionale di Pietro Raccagni, macellaio di Pontoglio ucciso con una bottigliata in testa, durante una rapina in villa nel luglio del 2014. Anche Ergren Cullaj, come i cugini albanesi Vitor e Pjeter Llushi, è stato rinviato a giudizio con rito abbreviato.

Processo Raccagni

In aula sono state fissate le procedure processuali. Il 23 ottobre prossimo si terrà l'udienza per l'incidente probatorio e verrà chiarito anche il ruolo di Erion Luli, il quarto complice che è ancora latitate. Fuori dal tribunale si distribuivano magliette bianche con scritto "Io sto con Federica Raccagni".  Al presidio hanno preso parte molti cittadini di Pontoglio - il Comune si è costitutito parte civile nel processo - ed alcuni esponenti politici, tra cui l'onorevole Daniela Santanchè e gli assessori regionali Simona Bordonali e Viviana Beccalossi. Anche loro si dicono partecipi della battaglia portata avanti dalla vedova Raccagni, che da alcuni mesi gira le piazze d'Italia e presenzia alle feste di partito per gridare la sua rabbia, raccontare la sua tragedia e chiedere la certezza della pena.  Federica Raccagni ha anche annunciato di voler fondare un'associazione per le vittime delle violenze domestiche in memoria del marito. 

Quando esce dall'aula è provata ed amareggiata. Ancora una volta si è trovata faccia a faccia con i responsabili della morte del marito, rivivendo per filo e per segno quella tragica notte. Vede pofilarsi un possibile sconto di pena per i colpevol: "Io voglio la certezza della pena e che giustizia sia fatta. Con il rito abbreviato il rischio è che abbianodegli sconti, non voglio trovaremeli fuori tra quattro anni, non sarebbe giusto. Io voglio sicurezza e tutela delle vittime.  Anche lo Stato è responsabile di quello che è succeso a mio marito e alla mia famiglia, perché i quattro rapinatori erano clandestini. Mi fa piacere che alcuni politici siano venuti a sostenermi, ma non mi sento strumentalizzata. Questo processo deve esssere apolitico. In passato ho patecipato ai comizi della Lega, domenica andrò alla festa del Pd di Rovato."

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