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Cronaca Desenzano del Garda

Omicidio Giacomini: costretta a prostituirsi per pagare i debiti

Nuove rivelazioni a seguito delle indagini sull'omicidio di Federica Giacomini, la 43enne residente a Desenzano ritrovata senza vita a largo del lago di Garda. Unico sospettato il compagno Franco Mossoni

Come un’ossessione. Quotidiana, che non le lasciava respiro. Perseguitata, controllata a vista da un uomo forse violento, ora accusato di omicidio. Indagini ancora in corso, e la tragedia di Federica Giacomini che si arricchisce di nuovi e inquietanti particolari. Grazie anche all'autopsia, che ha stabilito che il decesso è sopravvenuto a causa di colpi sferrati alla testa, che le hanno lasciato il cranio fracassato. La mano destra della donna, inoltre, è stata trovata priva di una falange del dito anulare.

Poi hanno parlato i genitori: l’accusato numero uno, Franco Mossoni, la perseguitava, le “stava addosso” come uno stalker professionista. Ecco il motivo del ‘raptus’ in quell’ospedale, a metà febbraio, ecco forse un tassello in più, in quel maledetto e probabile movente.

Poi la testimonianza di un’amica di Federica. Una donna che agli inquirenti ha raccontato di come Mossoni la obbligasse a prostituirsi, per pagare i debiti che aveva contratto con lui. Terrorizzata da quell’uomo di cui nessuno poteva capire le intenzioni, e che già negli anni ’70 aveva caricato una pistola, per uccidere un presunto rivale d’amore.

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