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Cronaca

Nicoli Cristiani: chiesto il rinnovo della misura cautelare

Il procuratore aggiunto di Milano Robledo ha chiesto la rinnovazione della misura cautelare per l'ex numero due del Pdl Lombardo, arrestato per corruzione nell'inchiesta della Procura di Brescia su un traffico illegale di rifiuti

Il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo ha chiesto la rinnovazione della misura cautelare nei confronti delle quattro persone arrestate per corruzione nell'inchiesta della Procura di Brescia su un traffico illegale di rifiuti. Tra queste vi è anche il vicepresidente del Consiglio della Regione Lombardia, Franco Nicoli Cristiani, accusato di corruzione.

I magistrati milanesi, dopo la trasmissione di parte degli atti dell'inchiesta disposta dai loro colleghi bresciani, hanno anche contestato nel capo d'imputazione un ulteriore episodio di corruzione, oltre alla consegna a Nicoli di 100mila euro da parte dell'imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli per accelerare l'autorizzazione per una discarica di amianto nel Cremonese. Lo stesso Locatelli, nel suo interrogatorio dopo l'arresto, aveva raccontato di aver promesso all'uomo politico altri 100mila euro sempre per lo stesso motivo. Il pm di Milano ha quindi chiesto la rinnovazione della misura cautelare per Nicoli, Locatelli, la moglie di questo,

Orietta Rocca (ai domiciliari) e il responsabile degli staff dell'Arpa (Agenzia regionale per l'ambiente) della Lombardia, Giuseppe Rotondaro. Sulla richiesta dovrà pronunciarsi il gip Elisabetta Meyer. Nel frattempo, oggi sono previsti davanti al gip di Brescia gli interrogatori di sei persone poste ai domiciliari nell'ambito del filone d'inchiesta sul traffico di rifiuti. A Milano è stata infatti trasmessa la parte riguardante la corruzione in quanto la consegna del denaro era avvenuta nel capoluogo lombardo.

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