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Cronaca

La camorra si compra i politici locali: "Ogni voto pagato 30 euro"

E' quanto emerge da un'indagine coordinata dalla Procura di Monza, che ha portato all'arresto dell'ex assessore all'Ambiente e Acque del comune brianzolo e di un consigliere Pdl a Milano

Un'indagine dei carabinieri di Monza fa emergere l'ennesima connection tra criminalità organizzata e politici eletti negli enti locali in Lombardia. Tra i 37 arresti eseguiti all'alba di ieri, infatti, figura anche un ex assessore del capoluogo brianzolo, e le indagini coinvolgono anche un ex consigliere comunale di Milano.

L'operazione anticrimine ha sgominato una banda dedita all'usura e al riciclaggio, alla clonazione delle carte di credito tramite la manomissione dei pos dei distributori di benzina, alle rapine. Ma quello che colpisce, ancora una volta, sono gli elementi raccolti su un consolidato sistema di favori che vede da un lato la concessione di appalti e alloggi comunali e dall'altro la raccolta di voti a favore dei propri referenti nella pubblica amministrazione.

Oltre a Giovanni Antonicelli, già assessore all'Ambiente e Acque, con delega all'ecologia, smaltimento rifiuti, manutenzione cimiteriale, patrimonio, demanio e alloggi comunali dell'Amministrazione comunale di Monza, in carica dal 2007 al 2012, nell'indagine coordinata dalla Procura di Monza che ha portato all'emissione di 43 tra ordinanze di custodie cautelari e altre misure, è rimasto coinvolto anche un ex consigliere comunale di Milano del Pdl. Lo ha detto il sostituto procuratore di Monza, Salvatore Bellomo, precisando che l'uomo al momento non è denunciato.

"Sappiamo che ha ottenuto voti di favore - ha detto il magistrato a margine di una conferenza stampa al Comando provinciale di Milano - ma non sappiamo, al momento, se ne fosse consapevole". Diverso, invece, il ruolo dell'altro amministratore, ex assessore a Monza, definito "contiguo all'organizzazione criminale" individuata e arrestato con l'accusa di associazione per delinquere.

L'indagine, denominata "Briantenopea", ha consentito di svelare l'esistenza, nel Monzese, di una radicata associazione per delinquere composta, prevalentemente, da soggetti italiani di origine campana di elevato spessore criminale, in contatto con esponenti di clan camorristici del napoletano come i Gionta e i Mariano.

Agli arrestati vengono contestati a vario titolo i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine, estorsioni, usura, furti, ricettazione, riciclaggio, spendita di banconote false, detenzione illecita di sostanze stupefacenti e di armi, nonché reati contro la pubblica amministrazione. "Monza, da quanto emerso, era, sotto il profilo criminale, un'enclave campana, ed emerge in maniera molto chiara", ha affermato Bellomo.

"Nelle intercettazioni - ha precisato il magistrato - Giuseppe Esposito detto 'Peppe 'u curtù, si vantava di preservare Monza 'dall'invasione della 'ndrangheta'". Ma i carabinieri del Colonnello Spina hanno svelato anche il tariffario: "un voto singolo veniva pagato 30 euro, se era dentro un pacchetto famiglia 50".

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