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Cronaca Montichiari

Montichiari, amianto non trattato. Arpa: «Presto controlli all’Ecoeternit»

"Cercheremo di capire come lavorano anche alla discarica Ecoeternit", assicura il direttore dell'Arpa di Brescia Giulio Sesana, dopo l'incidente al camion di amianto non trattato del 13 luglio scorso

Venerdì 13 luglio un tir carico di amianto diretto alla discarica “Ecoeternit” di Montichiari ha perso per strada 5 quintali di eternit, finiti in frantumi nel corso di una curva. Grazie a questo incidente si è scoperto per caso che l’amianto che stava per essere conferito in discarica non era trattato. Con che garanzie di sicurezza viene smaltito l’amianto che finisce nella discarica più grande della Lombardia, gestita da Mauro Papa, l’imprenditore amico di Franco Nicoli Cristiani?

Il primo ad accorrere sul luogo dell’incidente è stato il presidente del comitato “Montichiari Sos Terra”, Luigi Rosa: "Lo abbiamo scoperto per caso. Un nostro amico passava nelle vicinanze, ha visto l’incidente in diretta e ha chiamato subito noi del comitato. Per fortuna eravamo in zona e siamo arrivati subito. Il carico era disperso in mezzo alla strada e abbiamo fermato tutto, prima che lo portassero via senza controllarlo e senza metterlo in sicurezza. I dirigenti dell’Asl dicevano che si poteva caricare su, metterlo in sicurezza e portarlo in discarica, mentre il dirigente dell’Arpa ha constatato che l’amianto che era scaricato in strada non era conforme, cioè non era trattato come doveva essere trattato, e anche quello che c’era sul camion era uguale per cui ha ritenuto opportuno sequestrare il mezzo e il carico”.

L’Asl aveva fatto delle considerazioni sulla presenza di amianto...
“Sì, i dirigenti che sono usciti prima han detto: lo mettiamo in sicurezza poi si può caricare sul camion e si può portare via. Cosa invece molto diversa quella detta dall’Arpa. Noi eravamo convinti che l’eternit dovesse essere trattato sia da una parte che dall’altra, difatti quando ho chiamato l’Arpa gliel’ho detto anche al telefono e mi han detto: «Veniamo subito». Perché probabilmente han sentito che c’era qualcosa che non andava... han capito. Era trattato solo da una parte l’amianto, abbiamo anche fatto delle foto delle lastre, che non eran verniciate per niente. L’esito finale è questo: il camion è stato sequestrato col carico”.

Cosa sarebbe successo se non aveste visto l’incidente?
“Dopo mezz’ora è arrivata la ditta che aveva smaltito questo amianto da Castelgoffredo. Sono arrivati subito, probabilmente chiamati dall’autista. Sembrava che loro volevessero agire abbastanza in fretta: «Ma sì. Un bancale di eternit... lo carichiamo sul camioncino e lo portiamo in discarica». Invece noi ci siamo opposti, han visto che eravamo fermi sulle nostre convinzioni: «Finché non arriva l’Arpa qui non si muove nè camion né carico disperso!» Il sospetto è che possa essere molto più frequente l’arrivo di materiale non conforme.“A noi fa pensare che questo camion non sia stato il primo, e neanche l’ultimo. Abbiamo avuto quest’incidente che ci ha svelato questa cosa, a noi interesserebbe che gli enti preposti entrassero a vedere”.

Con una capacità di 510mila metri cubi, la discarica “Ecoeternit” di Mauro Papa può smaltire circa un ottavo dell’amianto dell’intera regione.

Nelle intercettazioni allegate alle richieste di arresto per Franco Nicoli Cristiani, Giuseppe Rotondaro e gli uomini del gruppo Locatelli, Nicoli Cristiani dice di Mauro Papa: “Mauro è grande e vaccinato, di lui ti puoi fidare fino a dieci”.

È il 24 ottobre 2011 e Nicoli Cristiani sta proponendo di formare un cartello per il dominio dell’amianto a Pierluca Locatelli, l’imprenditore bergamasco arrestato nell’inchiesta BreBeMi, e a Mauro Papa. Il tutto con la benedizione del numero due dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente (Arpa), Giuseppe Rotondaro, che poco dopo chiamerà Pierluca Locatelli per dire: “Spero di non averti fatto perdere tempo”.

Dopo l’incidente al camion di amianto il direttore dell’Arpa di Brescia Giulio Sesana ha assicurato: “Cercheremo di capire come lavorano anche alla discarica Ecoeternit". Ma su Montichiari qualcuno ha fatto una scommessa ancora più importante: è l’imprenditore bresciano Alessandro Faustini, che ha richiesto l’autorizzazione per una discarica di amianto chiamata “Padana Green”: un milione di metri cubi di rifiuti, con possibilità di ampliamento fino a due milioni. In totale, se la Regione desse il via libera al progetto, potrebbe smaltire più della metà dell’amianto della Lombardia.


 

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