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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Piazza della Loggia

Quel treno per Brescia: sabato parte la Metro, «tutti in carrozza!»

Settimana decisiva per il Metrobus bresciano, ieri pomeriggio la conferma definitiva del viaggio inaugurale aperto al pubblico del 2 marzo. Tanti i dubbi che permangono: tra lavori e parcheggi, costi e assicurazione

Quattro giorni all’inaugurazione, è tempo di stappare la bottiglia buona. Sabato 2 marzo apre al pubblico la Metro di Brescia, la conferma definitiva è arrivata ieri, “un passaggio fondamentale” secondo Adriano Paroli, “un passaggio epocale che ha seguito uno sforzo enorme”, secondo Alessandro Triboldi. Il taglio del nastro, quello vero, la chiusura di una settimana decisiva che ha visto al suo interno due Commissioni e pure un Consiglio Comunale, l’esposizione minuziosa di quelli che saranno i costi complessivi ma che ancora non brillano di luce propria. In questo contesto, poco prima delle elezioni, l’esplicita richiesta del PD dalle voci di Emilio Del Bono e Federico Manzoni, “per distinguere i costi di gestione dall’incidenza finanziaria”, e la non troppo sommessa polemica sull’allegato 9 di quell’uggioso venerdì, proprio quello relativo al piano economico e finanziario, secondo Andrea Bonetti (UDC)  “completamente illeggibile”, e ancora il problema dell’assicuazione, Fabio Capra (PD) che chiede a chi dovrebbe essere di dovere delle due gare andate in bianco e della possibilità di un ritardo d’avvio dovuto proprio a questa mancanza, in fondo nel Contratto di Servizio questo è un obbligo, “Brescia Mobilità si impegna a stipulare i contratti d’assicurazione”. Ma il problema non sussiste, ri-assicura Triboldi, “sulle polizze siamo ragionevolmente tranquilli, non siamo degli sprovveduti, non è che quando si compra una macchina l’assicurazione la si fa sei mesi prima”.

Un giro sulla Metro - © Francesca Torricelli


I conti, intanto, sembrano esserci tutti: da documento ufficiale, per il 2013 si prevedono 43,145 milioni di spesa da Contratto di Servizio, di cui 16 milioni di quote interessi e ammortamenti e una spesa di gestione pari a 25,545. A carico del bilancio comunale anche gli 8,5 milioni di interessi mutuo e altri 4,7 di quota capitale per un totale cumulativo di 56,31 milioni di euro. Sono però da eliminare dalla spesa corrente i presunti 20 milioni di contributo regionale (a proposito, ha vinto Roberto Ernesto Maroni mentre ha perso Umberto Riccardo Rinaldo Maria Ambrosoli), in crescita di quasi 6 milioni in vista del milione e 200mila km  di ‘ferro’ aggiunti ai km già esistenti in ‘gomma’. In questo girovagare di cifre anche una società controllata dal Comune che affitta ad un’altra società del Comune, 1,6 milioni di canone mensile che Brescia Mobilità dovrà corrispondere a Brescia Infrastrutture.

In apprensione per la futura Agenzia di Bacino, che avrà funzione di “programmare e redigere”, con il peso sulle spalle dei sovra citati mutui che solo nel 2012 hanno sfiorato il 10% delle entrate correnti dell’anno precedente (ovviamente in negativo) e che insieme, tra Cassa Depositi e Prestiti, UBI e fidejussioni per Brescia Infrastrutture arrivano a sfiorare (o superare) i 400 milioni. “Un bilancio comunale che resterà sempre ingessato – ha tuonato allora Roberto Toffoli del PDL – per pagare scelte fatte da altri”. In effetti tempo fa sui manifesti si leggeva “Il Metro è democratico”, e proprio dal candidato sindaco PD un nuovo affondo sulla gestione di un’opera buona, “che senso ha fare la Metro se non si riducono i km su gomma e non si investe sul ferro?”.

“Qui si parla di milioni di euro, e i conti non sono chiari. C’è pure il problema dell’integrazione tra le linee, ancora tutta progettuale e decisamente residuale”. Anche dai tecnici la conferma treno-5(buona o cattiva che sia, decidete voi) di “modifiche che non comporteranno una revisione completa della stessa rete”, tra cui una LAM1 “non soppressa ma integrata” e una sola certezza all’orizzonte, “in Piazza Loggia non passeranno più gli autobus”, e intanto a Sanpolino sono già affissi cartelli di cittadini che non sono pronti ad accettare il gran rumore del continuo passaggio del trenino a pieno regime, uno ogni sei minuti o (come il calcolo dei passeggeri giornalieri dovrebbe prevedere) meglio ogni quattro. In Commissione si è parlato pure di ritardi e di penali, di lavori in corso e di parcheggi scambiatori, di orari e tariffe, insomma di un colossale progetto ancora “tutto in divenire”, i cui calcoli “si faranno solo alla fine”. Si cercherà comunque di “ridurre l’indebitamento” e di “rimodulare la linea economica”, anche se più di una voce suggerisce che nel complesso le cose stanno andando “peggio di quanto ci si aspettava”, e qui ci sta pure il riferimento ai 130 euro per abitante, ogni anno e per 30 anni. Mentre rimettiamo il tappo alla bottiglia, quella che abbiamo stappato troppo in fretta, e ci avviamo alla giornata inaugurale con qualche remora in più, sulla possibilità di altri ritardi o rinvii, di “non partenze”, la Commissione Bilancio parte chiara, “a pagare i danni sarà la società e non l’appaltatore”, dall’altra parte una posizione simmetrica: “I ritardi sono appuntabili all’amministrazione”.

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