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Cronaca

Muore precipitando in montagna: si doveva laureare a settembre

Il dramma si è consumato nel pomeriggio

Tragedia in montagna, morto a 25 anni: è il triste destino di Matteo Carminati, residente a Petosino, frazione di Sorisole. Come riferito dal Soccorso alpino, l'allarme è stato lanciato lunedì poco prima delle 15: il giovane è precipitato nella zona del Vaccarizza, a 1.600 metri di quota, nel territorio del Comune di Ardesio (Alpe Vodala). Non è sopravvissuto a una caduta di almeno un centinaio di metri: insieme a lui anche il cadavere del suo cane, un pastore tedesco. La centrale operativa ha inviato sul posto l'elisoccorso decollato da Bergamo: l'equipe sanitaria a bordo non ha potuto fare altro che constatarne il decesso. 

A supporto delle operazioni sono intervenuti i tecnici della VI Delegazione orobica del Cnsas, il Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico di Valbondione. La salma è stata recuperata e portata nella piazzola della Croce Blu di Gromo. Poche ore dopo, con il via libera del magistrato, è stata infine trasportata nella chiesetta di Via Ramera, a Ponteranica.

Si sarebbe laureato a settembre

Classe 1996, Matteo Carminati avrebbe compiuto 26 anni il prossimo settembre: lo stesso mese in cui si sarebbe dovuto laureare, con laurea magistrale, in psicologia del lavoro. In queste settimane era impegnato tra malghe e montagne con il progetto Pasturs, il cui obiettivo - si legge - è cercare di "migliorare la convivenza tra allevamento e grandi predatori (orso e lupo) attraverso giovani volontari, che aiutano nella vita lavorativa d'alpeggio, promuovendo l'utilizzo di misure di prevenzione che difendono il bestiame da potenziali incursioni di lupi e orsi".

Il grande cuore di Matteo

E' stato il pastore con cui Matteo stava collaborando a dare l'allarme per primo, non vedendolo rientrare. Il 25enne sarebbe precipitato in un canalone mentre rientrava, in compagnia del suo cane: sono entrambi finiti nel vuoto e morti sul colpo dopo un volo di oltre un centinaio di metri. Grande appassionato di sport (praticava judo) e di natura e montagna, era un ragazzo dal cuore grande: da anni era volontario per la Croce Bianca e la Croce Rossa. Lascia nel dolore i genitori: mamma Arianna e papà Matteo.

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