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Cronaca

Armi, estorsioni, metodi mafiosi: arrestati altri due membri della banda Sorrentino

In manette un 40enne di origine campana e un 54 calabrese, vicino all'Ndrangheta

Le indagini della Squadra Mobile di Brescia sulle presunte infiltrazioni mafiose nel tessuto economico cittadino hanno portato all'arresto di altre due persone. In manette sono finiti un 40enne di origine campana e un 54enne calabrese: gli inquirenti li ritengono responsabili, in concorso con Massimo Sorrentino, della detenzione delle armi (due revolver e altrettanti fucili a canne mozze) trovate nella pizzeria 'I Tre Monelli' di via Don Vender. 

Fatto che aveva portato, nelle scorse settimane, all'arresto di Sorrentino, titolare del locale ritenuto a capo di una banda che si occupava di estorsioni, ricettazione e spaccio di droga, e di un suo dipendente. Il cameriere si era assunto tutte le responsabilità, scagionando Sorrentino che era quindi stato rimesso in libertà. Nei giorni scorsi il tribunale del riesame ha però disposto la misura della custodia cautelare in carcere anche per il titolare della pizzeria.

Le nuove indagini condotte dalla Squadra Mobile si sono basate principalmente sull’analisi delle immagini del sistema di sorveglianza della pizzeria (costituito da ben 10 telecamere). I video hanno permesso di accertare che, in occasione dell’introduzione delle armi all’interno del locale, oltre a Sorrentino e al suo cameriere, tuttora detenuto, erano presenti anche il 40enne campano e il 54enne calabrese, in passato vicino ad una cosca dell‘ndrangheta operante in provincia di Reggio Calabria.

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