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Cronaca Marcheno

"Andiamo a casa di Beppe. Se dice qualcosa di sbagliato, siamo rovinati"

Le intercettazioni al vaglio degli inquirenti

"Andiamo a casa di Beppe: se dice qualcosa di sbagliato, siamo rovinati": è solo una delle tante intercettazioni, riportata in questo caso dal Giornale di Brescia, finita nel faldone degli inquirenti nell'ambito dell'inchiesta che ha portato alla condanna (in primo grado) all'ergastolo per Giacomo Bozzoli, il nipote dell'imprenditore di Marcheno Mario Bozzoli - scomparso l'8 ottobre 2015 - e unico imputato per l'omicidio dello zio. Ma l'elenco degli indagati potrebbe presto allargarsi: gli operai Oscar Maggi e Aboagye Abu Akwasi rischiano accuse per concorso in omicidio (il primo) e favoreggiamento.

L'intercettazione

Sarebbero proprio loro a parlare di "Beppe", nell'intercettazione che risale al 13 ottobre 2015, quando entrambi erano già stati sentiti dai carabinieri. Si riferiscono a Giuseppe Ghirardini, l'altro operaio che per la pubblica accusa sarebbe stato coinvolto nell'omicidio: solo pochi giorni dopo verrà trovato senza vita alle Case di Viso. L'ipotesi più accreditata è che si sia suicidato ingerendo una "pillola" di cianuro.

"Andiamo a casa di Beppe", avrebbe detto Abu a Oscar Maggi uscendo dalla caserma quella sera (tra le 21.30 e le 22): "Per forza, se dice qualcosa di sbagliato siamo rovinati. Siamo tutti rovinati e daranno la colpa a noi", avrebbe poi risposto Maggi. I due erano già stati indagati, ma la loro posizione venne successivamente archiviata. Non così per Giacomo Bozzoli, unico imputato nel processo che dopo 22 udienze l'ha visto condannato all'ergastolo. Ma è soltanto il primo grado di giudizio.

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