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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca

Antimafia: occhi puntati su Brescia, dove i criminali hanno giacca e cravatta

Come agisce la criminalità calabrese nel Bresciano

Apparentemente non si vede, ma l’ndrangheta c’è ed è ben radicata nel nostro territorio. A ribadirlo è la Dia (direzione investigativa antimafia) nella relazione del secondo semestre del 2021 presentata nei giorni scorsi al parlamento. La pandemia e la conseguente instabilità economica e sociale avrebbero mutato il volto delle cosche: avrebbero optato “per un basso profilo di esposizione che sembra non contemplare il sistematico ricorso a manifestazioni violente". Citando il pm Paolo Savio si tratta di "una mafia che ha sostituito l’F24 al Kalashnikov”.

Le organizzazioni calabresi avrebbero quindi attuato una scelta strategica, cercando "soggetti estranei a contesti criminali", che sostituirebbero il cosiddetto “capitale sociale” . 

In buona sostanza la mafia nel Bresciano si è infiltrata nel sistema produttivo e fa affari con imprenditori e professionisti, guadagnando con le frodi fiscali e lo smaltimento illecito di rifiuti più che con lo smercio di droga. Un concetto già espresso nel novembre dell’anno scorso dal pm antimafia Paolo Savio e dal procuratore capo Francesco Prete durante un convegno organizzato da Apindustria, a Rezzato.

Mafia economica

"Parliamo di estrema stabilizzazione: a Lumezzane c’è una locale della ‘ndrangheta dagli anni novanta, le prime affiliazioni a Raffaele Cutolo a Soiano del Lago risalgono al 1978 - disse Savio -  Con il crimine crea posti di lavoro, conquista consenso e fa affari. Non privilegia più la violenza anche se la violenza è una presenza immanente che aleggia sempre. Qui fa fatture false con il giubbotto antiproiettile e tre pistole infilate nella cintura. A Brescia abbiamo una mafia militare, diventata mafia economica, che ha sostituito l’F24 al Kalashnikov".

Brescia epicentro delle frodi fiscali 

Sulla stessa lunghezza d’onda le dichiarazioni di Francesco Prete: "Brescia è un epicentro del fenomeno delle frodi fiscali in forma organizzata. La guardia di finanza bresciana per i primi 10 mesi del 2021 stima fatture per operazioni inesistenti per un miliardo di euro. Di queste ne sono annotate per 370 milioni, mentre i nostri sequestri arrivano a solo 10 milioni di euro."

Le cosche insomma offrono agli imprenditore un sistema “all inclusive”, che "fornisce fatture false, indica i conti correnti su cui bonificare e fa rientrare i capitali. Sono sempre uguali, con tre figure che non mancano mai: l’imprenditore evasore, il consulente e le organizzazioni criminali. Un ciclo ininterrotto. Gli imprenditori che dopo essersi rivolti alla mafia si sono rivolti a noi per uscire dalla morsa criminale hanno perso attività, famiglia, anche la stessa identità. Siamo sicuri che convenga allacciare queste relazioni pericolose?”.

Le operazioni nel Bresciano

Due in particolare le operazioni svolte nel bresciano citate nel rapporto semestrale della Dia. L’indagine “Atto Finale”, che ha permesso di ricostruire l’infiltrazione nella provincia di Brescia della‘ndrina Facchineri, organizzazione di Cittanova (Reggio Calabria) tra le più antiche della Piana di Gioia Tauro e radicata a Milano da alcuni decenni.

Infine l’inchiesta "Tabacco selavatico" al termine della quale sono state fermate 5 persone in provincia di Brescia, accusate di essere coinvolte nell’omicidio del fratello di un collaboratore di giustizia avvenuto a Pesaro, nel dicembre 2018, in contesti di ‘ndrangheta riferibili alle dinamiche interne alla cosca Crea di Rizziconi (Reggio Calabria).

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