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Cronaca Travagliato

Macogna, falda a rischio: "Non si può più fare agricoltura"

Rischiano di rimanere senz'acqua gli agricoltori e gli allevatori delle 22 cascine più vicine alla discarica della Macogna, se le analisi avviate dall'Asl dovessero rilevare tracce di inquinanti nella falda dalla quale attingono

C'era una volta la solita strada, bianca come il sale, il grano da crescere e i campi da arare. Un'oasi di pace a pochi passi dalla città. Una normalità che rischia l'estinzione.Prima le cave, poi i lavori della Tav e quelli della Brebemi, infine il rischio, reale, di una discarica a pochi passi dalle cascine e dai campi e la preoccupazione di restare senza acqua. 

Il nuovo allarmante capitolo della vicenda della Macogna riguarda le falde. Rispondendo a una segnalazione di Legambiente Franciacorta, l’Asl ha scritto a Regione, Arpa, Provincia e Comuni suggerendo nuove analisi per verificare la qualità dell'acqua dei 22 pozzi privati di case e di allevamenti, non allacciati all'acquedotto comunale, che  sorgono a  pochi metri dalla discarica, come spiega Ivo Bregoli, vice presidente della commissione ambiente di Berlingo.
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L'Asl ha fatto sapere che: "i proprietari dei pozzi sono stati informati che gli esiti non conformi alla normativa sulla potabilità delle acque comporteranno la richiesta di provvedimenti al sindaco per impedirne l’uso umano".  Ragione per cui,  chi vive nelle cascine limitrofe alla discarica è intenzionato a far sentire sentire la propria voce, come Giulia Bazzurini e il signor Maifredi, proprietari delle aziende agricole più vicine alla Macogna.
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Anche l'acqua che scorre nei canali usati per l'irrigazione dei campi avrebbe cambiato colore e qualità, come denunciano i proprietari delle cascine, a causa del nuovo depuratore.
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Discarica Macogna © Bresciatoday.it

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