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Los Roques: riportato in superficie l'aereo di Missoni e Foresti

I tecnici venezuelani sono riusciti a riportare in superficie il relitto dell'aereo caduto in mare con a bordo i coniugi Missoni e Foresti. "E' stata un'operazione complessa sul piano tecnico", hanno reso noto dall'ambasciata italiana

E' stata riportata in superficie, al termine di un lavoro complesso, la fusoliera dell'aereo precipitato in mare a Los Roques il 4 gennaio con a bordo Vittorio Missoni, la moglie Maurizia Castiglioni, Guido Foresti, Elda Scalvenzi, e due piloti venezuelani, Herman Marchan e Juan Carlos Ferrer.

A renderlo noto è stata la procura di Caracas, che segue la vicenda da tempo. Poco dopo, la procuratrice generale del Venezuela, Luisa Ortega Diaz, ha reso noto via twitter l'operazione, precisando che dopo il recupero in mare "i resti dell'aereo sono stati collocati sulla piattaforma della nave utilizzata" per ripescare il velivolo. Fonti sia venezuelane sia italiane hanno definito "complessa" l'operazione.

"L'aereo si trovava a circa 75 metri di profondità. Le parti più grosse della carlinga sono state sollevate con due grandi globi, il che ha d'altro lato permesso di stendere una rete sul fondo del mare, per poi riportare in superficie - è stato precisato - anche le altre parti del relitto".

L'operazione rappresenta una tappa fondamentale della lunga e triste vicenda iniziata nella mattina del 4 gennaio scorso, quando dai radar nei cieli venezuelani scomparve improvvisamente la traccia del volo partito pochi minuti prima dalla Gran Roque, l'isola principale di Los Roques. L'aereo non è mai arrivato a destinazione, cioè all'aeroporto Maiquetia di Caracas, da dove Missoni e gli altri tre italiani dovevano quel giorno imbarcarsi per l'Italia, al termine di una vacanza trascorsa nell'arcipelago venezuelano.

Dopo molte ricerche, i resti dell'aereo sono stati trovati lo scorso 27 giugno a circa 15 miglia dalla Gran Roque. A metà ottobre è poi iniziato il lento e doloroso lavoro per recuperare i resti umani a bordo del piccolo bimotore. Successivamente, le autorità venezuelane hanno reso noto l'identificazione dei resti di Maurizia Castiglioni sulla base ai campioni biologici prelevati dal relitto, così come quelli del pilota e del copilota del velivolo. All'identificazione si è arrivati a seguito del risultato dell'analisi di 19 campioni biologici prelevati dal relitto da una squadra di sommozzatori.

Manca ancora - precisa la stampa venezuelana - "una piena identificazione" di Missoni, Foresti e Scalvenzi. Ora i riflettori rimangono puntati sull'altro aereo precipitato nella zona, lo stesso giorno (4 gennaio) ma qualche anno prima (2008) con a bordo 14 persone, dei quali otto italiani. In questo caso, le operazioni saranno ben più complesse e costose di quella conclusa oggi, soprattutto a causa del punto nel quale si trova l'aereo: circa 970 metri di profondità in fondo al mare, nove chilometri a sud di Los Roques.

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