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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Lonato del Garda / Maguzzano

A Lonato «600 case invendute». Ma c’è spazio per 8000 mq di cemento

Amministrazione e Sovrintendenza a braccetto nell'approvazione di un nuovo progetto che prevede 7966 mq di cemento a pochi passi dalla storica abbazia di Maguzzano. L'opposizione insorge: "Impatto devastante"

Una bella e buona colata di cemento proprio a due passi dall’abbazia di Maguzzano, che comprende l’area di quello che fu Comune monastico e che ancora è oggi è soggetta a tutela paesaggistica secondo il Disegno di Legge poi rinnovato nel 2004. Saranno circa 8mila i metri quadri cementiferi che includeranno almeno 15 unità abitative a cui non mancherà la piscina, e tutta Lonato ora si interroga su quella cultura del capannone mai sopita, dopo che mesi fa anche Vittorio Messori (leggi la sua intervista su BresciaToday) aveva rilanciato “l’allarme conigliere”. Cultura del capannone che sembra prendere vita nuova anno dopo anno, e nel caso specifico l’approvazione non arriva solo dall’interna Commissione per il Paesaggio del Comune di Lonato del Garda ma anche (e purtroppo soprattutto) da parte della Sovrintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Provincia di Brescia.

“Chissà cosa intendono per salvaguardia ambientale – ha scritto la consigliera d’opposizione Daniela Carassai – quando esprimono parere favorevole per i 7966 mq di cemento collocati sotto la prestigiosa abbazia di Maguzzano”. Come detto, “un’area di elevato valore paesaggistico-ambientale”, e su cui dovrebbe pendere anche la Convenzione Europea sul Paesaggio sottoscritta nel 2010, che appunto di paesaggio parla, e che appunto non esita a definirlo come “componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, del loro patrimonio culturale e naturale, fondamento della loro identità”.

In mezzo anche un’anomalia linguistica, e di significato, quando la Commissione lonatese tra gli argomenti di favore scrive che da una certa foto allegata alla documentazione “sembra di poter stabilire che il lotto in oggetto non è visibile dall’abbazia, o quantomeno dai posti di percezione pubblica”. E se ancora non basta ecco di nuovo la Sovrintendenza che in un passaggio successivo dice che “le opere in oggetto, per la loro natura e consistenza, non arrecano sostanziale pregiudizio ai valori paesaggistici dell’area sottoposta a tutela”. Mentre dall’amministrazione le parole dell’assessore all’Urbanistica Christian Simonetti, e l’intervento di edificio residenziale pare “un semplice permesso di costruire”, e la ‘denuncia’ a firma Carassai altro non è che “pura demagogia”.

“Demagogia la si fa quando si parla di un intervento simile senza neppure aver visionato la pratica – risponde Carassai – non certo quando si cerca di tutelare il paesaggio. Demagogia non è focalizzare il problema ma parlare in generale, demagogia la si fa quando si continuano a rilasciare autorizzazioni nonostante le oltre 600 case invendute sul territorio di Lonato”. Anche le mitigazioni in effetti non convincono, il colorare il fondo della piscina affinché dall’alto faccia un certo effetto ricorda la gran colata di cemento di Moniga del Garda, l’ecomostro a poche centinaia di metri dal lago con il tetto in verde brillante, così che da Google Maps quasi non ci si fa caso.

Un progetto simile, conclude Daniela Carassai, “permette di devastare un’area di alto pregio ambientale”, e spinge allora ad una riflessione ulteriore: “Chissà se prima o poi la salvaguardia ambientale diverrà concretezza e non solo una bella espressione con cui riempirsi la bocca durante la campagna elettorale”.

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