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Cronaca

Guerra alle nutrie in Lombardia? Basta cucinarle in umido

La legge anti-nutrie della Regione Lombardia, che li considera animali pericolosi e infestanti, ma - dal 1959 - la sua carne è commestibile per legge anche in Italia. Infine, una ricetta: il castorino in umido

L’ex ministro nonché strenuo difensore degli animali Maria Vittoria Brambilla ne ha portata una addirittura fino alle soglie del parlamento. “Lei è Maraya, nutria dolcissima – ha dichiarato la deputata di Forza Italia – Basta con le stragi di nutrie che vengono decise da gente senza pietà”.

Il chiaro riferimento è agli effetti indesiderati provocati dal Myocastor Coypus, la comune nutria detta anche castorino. Mammifero roditore originario del Sud America, messo alle corde in Lombardia perché considerato un animale in grado di “arrecare ingenti danni all’agricoltura e ai corsi d’acqua”. Tanto che in Regione è stata votata e approvata una legge che altro non dice di “eliminarle con ogni mezzo, e su tutto il territorio lombardo”.

Un tempo animale ambito per la folta pelliccia, ora invece da far sparire perché considerato infestante. Insomma, i casi della vita. Ma non tutti sanno che le nutrie possono essere dolcissime davvero: chissà se la Brambilla avrebbe mai potuto pensare alle conseguenze di quello che con il senno di poi può sembrare un gioco di parole.

Mistero svelato dalle pagine della Gazzetta di Mantova. Oltreoceano la nutria è pietanza molto apprezzata: una carne da far invidia ai migliori conigli, cucinata e servita nei ristoranti del Sud America – dove non mancano allevamenti ‘ad hoc’ ma pure degli Stati Uniti. Dove la si trova in vendita anche nei supermercati.

La curiosità riguarda invece l’Italia: grazie ad una legge del 1959 il castorino è ‘degustabile’ legalmente anche nel Belpaese. La nutria si può cucinare e mangiare a patto che sia sottoposta a vigilanza veterinaria, messa in vendita per intero e ‘individuata’ con apposito bollino, il marchio dell’allevatore. Una carne che ricorda non solo il coniglio, ma che per i suoi contenuti nutrizionali si avvicina anche al tacchino, al pollo e al manzo.

Sempre sulla Gazzetta il ricordo di una ricetta ‘storica’: la nutria in umido. L’animale viene spellato e disossato, poi tagliato a spezzatino. La carne va messa in bagno per circa 12 ore, in una marinatura (cruda) di verdure, con aceto e vino bianco. Al termine della fase preliminare il passaggio obbligato in padelle, con olio cipolla sedano e carote, accompagnata da spezie e pomodori. Da cucinare a fuoco lento, “né più né meno come un coniglio”. Buon appetito. 

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