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Cronaca

Lombardia: lo scandalo rimborsi per Mojito, Campari e Negroni

Non si fermano le indagini sullo scandalo rimborsi al Pirellone, e intanto emergono particolari che gettano ulteriore discredito sulla classe politica della nostra regione

Ancora cene da centinaia di euro, scontrini per caffé, una "coppetta piccola", pranzi al McDonald's, "distillati", "drink" e tanti cellulari e iPhone. Il panorama delle spese dei consiglieri del Pirellone che esce fuori dai 'nuovi' inviti a comparire spediti a 37 politici non si differenzia da quello emerso dalla carte notificate agli altri 22 esponenti di Pdl e Lega la scorsa settimana.

C'é un unico diversivo: la lista di uscite che si sarebbe fatto rimborsare Renzo Bossi, detto 'il Trota', che vanta tra i suoi acquisti con soldi pubblici anche un "frigorifero", "due spazzolini con nome" e un localizzatore di autovelox. Venerdì, mentre i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria - che stanno portando avanti le indagini sui presunti rimborsi illeciti, coordinate dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e dai pm Paolo Filippini e Antonio D'Alessio - consegnavano le informazioni di garanzia (con le convocazioni in Procura a partire dal 7 gennaio), il vicepresidente del Senato, Rosi Mauro, anche lei indagata per peculato, è arrivata a Palazzo di Giustizia.

Una presentazione spontanea la sua, davanti ai pm, per chiarire in meno di un'ora di interrogatorio i circa 7500 euro di spese che le vengono contestate: tre computer e una stampante comprati tra aprile e giugno del 2008. Mauro, eletta consigliere regionale nel 2005, uscendo da Palazzo di Giustizia, ha spiegato ai cronisti di aver acquistato quei prodotti per "i miei collaboratori". Tutte spese "regolari", ha aggiunto, precisando anche di essere "venuta qua immediatamente senza se e senza ma per chiarire tutto e per porre fine a questo stillicidio e a questa campagna mediatica denigratoria verso di me".

A Renzo Bossi, invece, i pm imputano presunti rimborsi illegali coi soldi del gruppo consiliare della Lega per circa 22 mila e 600 euro. Il figlio del Senatur è rimasto al Pirellone fino all'aprile scorso, quando è scoppiato il presunto scandalo sui fondi del Carroccio che lo vede tra gli indagati per un'altra vicenda simile di spese 'pazze'. E nel dettagliato elenco degli scontrini presentati al suo gruppo in Regione saltano fuori altri 'scorci' di vita quotidiana dell'ormai ex consigliere (il suo interrogatorio è fissato per il 10 gennaio): il 6 luglio 2010 avrebbe pagato 24 euro poi rimborsati per "Mojito, Campari e Negroni" all'Hollywood Living, locale milanese, e la sera prima altri 24 euro per "tre Aperol Spritz".

Poi altre voci come "spremuta d'arancia e brioches farcite", "vigorsol, alpenliebe, acqua e caffé, salatini, big fruit bosco, red bull più sigarette, morositas, birra più toast, pizza bianca". Il 3 settembre 2011, invece, il figlio del Senatur avrebbe pagato, con rimborso, 188 euro per prodotti di tecnologia di vario genere, tra cui un "Coyote autovelox", programma che consente di localizzare gli autovelox e quindi di conseguenza diminuire la velocità.

C'é anche una fattura per l'acquisto di un frigorifero da 159 euro, comprato il primo agosto 2011 al Mediamarket, e il giorno dopo una spesa da 41 euro per "birra, red-bull, due spazzolini con nome, caramelle varie". E ancora "salviette rinfrescanti, bibite e focaccia" e 235 euro il 21 novembre 2010 per "7 coperti" al 'Ristorante Milano'.

Nelle carte degli altri consiglieri spiccano il libro 'L'islam spiegato ai leghisti' di Khaled Fouad Allam comprato dall'esponente del Carroccio Claudio Bottari e un "mazzo di fiori" da 50 euro rimborsato a Roberto Alboni (Pdl). Ad alcuni consiglieri - c'é da dire - vengono contestate solo poche centinaia di euro. Dagli interrogatori dei 'vecchi' indagati, infine, emergono risposte curiose come quella di Angelo Giammario che per giustificare i tanti taxi e noleggi auto ha spiegato ai pm che lui "non guidando" può leggere, mentre è in macchina, e prepararsi meglio per le attività del Consiglio.

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