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«Libera la domenica»: chiesa e negozi contro i centri commerciali

La nuova campagna promossa da Confesercenti e CEI per salvaguardare la domenica "dalle aperture limitate e dai riti del consumismo". Obiettivo 50mila firme, a Brescia il primo firmatario il sindaco Adriano Paroli

Una raccolta di firme che non sarà facilissima, obiettivo 50mila in circa sei mesi, ma che coinvolge la Confesercenti e la CEI Conferenza Episcopale Italiana per salvaguardare un giorno che fu sacro come la domenica “liberandolo dalle aperture illimitate e dai riti del consumismo”. Questa è la campagna ‘Libera la domenica’ promossa dai citati movimenti e che ha già richiamato a sé l’interesse e l’appoggio pure di tanti commercianti bresciani, per “una gestione più intelligente delle aperture domenicali, per il rispetto dell’esigenze delle aziende e dei lavoratori”.

Primo firmatario addirittura il sindaco di Brescia, Adriano Paroli: “Un’iniziativa lodevole, e che condivido appieno – racconta il primo cittadino a BresciaToday – perché mira a intervenire sugli ultimissimi provvedimenti che hanno portato a una liberalizzazione che definire selvaggia è dire poco. Mi rendo conto che è difficile (se non impossibile) tornare a quello che succedeva quando ero piccolo io, tutto chiuso di domenica supermercati compresi, e credo che nessuno lo stia pensando davvero. Ma chi ha fatto questa proposta ha senz’altro ragione, in questo modo non aiutiamo né il commercio né le famiglie, in questo modo né dipendenti né esercenti hanno più una giornata libera, tanto che marito e moglie spesso devono darsi il cambio”.

Il riposo è meritato, o così almeno dovrebbe essere, e allora il passaggio successivo vorrebbe “riportare le norme relative all’apertura e alla chiusura più vicine alle realtà del territorio, un po’ come succedeva fino a pochi mesi fa”. Anche dai sindacati un primo appoggio perché i primi a lamentarsi, e con giuste argomentazioni, furono proprio gli stessi dipendenti. “Chiaro che non stiamo parlando di Santa Lucia e Natale – continua Paroli – né tantomeno di località a vocazione turistica come il lago di Garda o la Valcamonica, devono comunque esistere delle doverose eccezioni. Ma se dobbiamo venire incontro ai consumatori dobbiamo anche venire incontro a chi nel commercio ci lavora”.

A conti fatti, secondo i dati presentati proprio da Confesercenti, con le liberalizzazioni ci hanno guadagnato soprattutto i ‘grossi’, la grande distribuzione, i grandi magazzini e i centri commerciali. “Se un negozio è aperto tutta la settimana, non è che con la domenica aperta si consuma di più, anzi – conclude il numero uno in Loggia – Ragionando in termini diversi allora si può trovare anche una risposta diversa, per una domenica diversa”. E magari alla domanda “che facciamo sta domenica”, qualcuno in famiglia potrebbe finalmente rispondere “al centro commerciale proprio no!”. Perché, per una volta, sarebbe chiuso per davvero.

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