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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Marcheno

"Ritengo mio nipote Giacomo l'assassino di Mario, mio marito"

L'udienza è durata quasi otto ore: Irene Zubani, la moglie di Mario Bozzoli, ha accusato il nipote Giacomo dell'omicidio del marito

L'udienza è durata quasi otto ore, lei ha parlato per almeno tre. E nella lunga deposizione Irene Zubani non ha esitato: “Ritengo mio nipote Giacomo l'assassino di mio marito”. Il riferimento è all'imprenditore Mario Bozzoli di Marcheno, scomparso dall'8 ottobre del 2015: ieri è andata in scena una seduta-fiume nell'ambito del processo per omicidio e distruzione di cadavere che coinvolge Giacomo Bozzoli, nipote di Mario.

Più di cinque anni dalla scomparsa di Mario Bozzoli

Così ha risposto Zubani alla domanda del giudice. In quel momento il nipote è saltato sulla sedia: “Vergogna”, le avrebbe gridato. Nel corso della sua deposizione, la moglie di Bozzoli ha ricostruito (dal suo punto di vista) quanto successo in quella tragica notte, la notte della scomparsa: da allora sono passati più di cinque anni, e del marito Mario (padre di due figli) non si è più saputo nulla, nessuna traccia, niente di niente.

Zubani ricorda la chiamata del marito, intorno alle 19.10: “Mi faccio una doccia, vengo a casa e usciamo a cena”, avrebbe detto Mario Bozzoli alla moglie. Ma a casa non ci tornerà mai. Sono circa le 21.30 quando Irene Zubani raggiunge la fonderia di Marcheno gestita dall'imprenditore: auto e vestiti sono ancora là. Tutto è possibile in quei momenti concitati.

"Quando ho visto l'auto ho avuto un tuffo al cuore"

“Ma quando ho visto l'auto di Giacomo uscire e rientrare in pochi minuti ho avuto un tuffo al cuore”, avrebbe ancora riferito Zubani in aula. La donna punta il dito sugli screzi avuti in passato, su quella volta in cui avrebbe proposto a un operaio di aggredire il marito. Sul tavolo diverse discussioni per motivi di lavoro. I carabinieri del Ros, il Raggruppamento operativo speciale, sostengono che Giacomo Bozzoli avrebbe cancellato file e messaggi dal suo smartphone proprio il giorno della scomparsa dello zio. Tra l'altro salvato come “merd*” sul cellulare del ragazzo.

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