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Incidenti stradali

Morto a 20 anni, il dolore della comunità: "Come può essere giusto?"

Christian Poletto è morto nel tragico schianto contro un tir guidato da un camionista ubriaco.

Silenzio, lacrime e un dolore che nessuna parola o abbraccio potrà mai lenire. Ma anche sgomento e domande, che inevitabilmente non avranno mai risposte, di fronte alla tragica scomparsa di un ragazzo di soli 20 anni. Una vera e propria folla si è riversata questa mattina (giovedì 18 maggio) nella chiesa di San Giovanni Lavoratore a Brescia per dare l'ultimo saluto a Christian Poletto, il giovane morto nel tragico schianto avvenuto, lunedì pomeriggio, ad Ospitaletto. Al volante del furgone della ditta per cui lavorava, stava rientrando dopo un giornata di lavoro, quando si è trovato di fronte un tir che non ha potuto evitare.

Ucciso da un tir: l'autista era ubriaco

Un impatto devastante contro un mezzo pesante guidato da un 43enne - residente in provincia di Cremona e domiciliato nella  Bergamasca - risultato essere in stato d'ebbrezza (il tasso etilico nel suo sangue era 3 volte superiore al consentito) e per questo in stato di arresto con l'accusa di omicidio stradale. Quando uscirà dall'ospedale, per il 43enne scatteranno i domiciliari.

Familiari, la fidanzata, gli amici, i compagni di kickboxing, oltre all'intero villaggio Violino, quartiere cittadino dove il giovane abitava: a salutare Christian c’erano davvero tutti. E in tanti hanno voluto ricordarlo con parole toccanti al termine della funzione, innescando lacrime inconsolabili. Decisamente strazianti quelle pronunciate dalla fidanzata "Mi hai fatto capire cos'è l'amore. Grazie per le volte che mi hai reso felice".

"Come può esser giusto"

Durante l'omelia il parroco, don Gianpietro Girelli, si è rivolto alle centinaia di persone che hanno affollato la chiesa e il sagrato: "davanti alla tremenda circostanza in cui la vita terrena di Christian è stata troncata, gli occhi e i cuori di tutti: familiari, amici, tanti amici e atleti e conoscenti, si sono velati e raggelati. Non può essere che una vita sia tolta così, d’un tratto. Molti si chiedono come può esser giusto. Christian aveva nel cuore la gioia di vivere espressa dal fiorire di un progetto di vita perseguito con tenacia, contento di aver trovato alcune certezze come l’amore dei familiari, della fidanzata, degli amici, degli atleti di Kickboxer e un lavoro sicuro: tutto sembra svanire nell’oblio della morte, lasciando nella tristezza più profonda. Cerchiamo una risposta, un perché".

"La parola di Dio sussurra una risposta nel brano del vangelo di Giovanni - ha proseguito il sacerdote - Voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia, che nasce dalla certezza della resurrezione. Si gioisce della gratuità dell’amore di Dio. È Dio che salva l’uomo e conduce la storia: e l’amore che sembrava sconfitto è in realtà vittorioso".

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