Padre di famiglia morto in autostrada: autista bresciano accusato di omicidio stradale
Svolta nelle indagini
Camionista bresciano a processo per la morte di Adrian Chitoroaga, il 36enne moldavo - sposato e padre di due figli - morto nel settembre di un anno fa per le conseguenze di un terribile incidente stradale sull'autostrada A4, in territorio di Desenzano del Garda (tra Rivoltella e Montonale). E' quanto ha deciso la Procura di Brescia che ha dunque chiesto il rinvio a giudizio, con l'accusa di omicidio stradale, per il 48enne M.U., residente a Desenzano, che avrebbe dunque provocato l'incidente poi costato la vita a Chitoroaga.
A conclusione delle indagini preliminari, il pubblico ministro Elisabetta Carrea ha chiesto il rinvio a giudizio per il 48enne, e il Gip del Tribunale di Brescia Francesca Grassani ha fissato l'udienza preliminare per il 1 dicembre prossimo. Lo rende noto lo Studio3A, che assiste la famiglia della vittima: la moglie, i due figli - una bambina e un bambino di 9 e 10 anni - e il fratello.
L'incidente
"Chitoroaga, che lavorava come autista per una lavanderia industriale del Padovano - si legge in una nota dello studio - stava eseguendo delle consegne e si trovava su un Renault Trucks di proprietà dell'azienda quando, all'altezza del km 247+600 in territorio di Desenzano, il suo veicolo è rimasto di fatto schiacciato tra l'autoarticolato che lo precedeva, condotto da un 53enne di Latronico (Pz), rimasto illeso, e l'autocarro adibito a carro attrezzi che lo seguiva, e condotto appunto da M.U., che se l'è cavata con una prognosi di 15 giorni".
Gli accertamenti
Inizialmente sembrava che Chitoroaga avesse prima tamponato il mezzo che aveva davanti a sé e poi fosse stato a sua volta tamponato da quello sopraggiunto alle spalle. A seguito di approfondimenti, perizie e consulenze tecnica, sarebbe stato invece accurato "come i due urti siano stati entrambi prodotti dal carro attrezzi, e come tanto l'autoarticolato quanto l'autocarro della vittima fossero fermi in quel momento per via di rallentamenti al traffico: entrambi i conducenti avevano correttamente decelerato e si erano arrestati, accodandosi ai veicoli che li precedevano".
Il rinvio a giudizio
Nella richiesta di rinvio a giudizio il pm scrive che il 48enne, ora accusato di omicidio stradale, stesse "marciando in prima corsia a una velocità di 90 km/h, non si avvedeva tempestivamente della presenza avanti a sé di due veicoli fermi o in fase di arresto" e di conseguenza "collideva violentemente, a una velocità di 72 km/h, per due volte con la parte anteriore centro-destra del suo Iveco contro il Renault della vittima". Adrian Chitoroaga non morirà sul colpo, ma in ospedale - ricoverato in gravissime condizioni al Civile - per gravissime lesioni, fratturative e vascolari.