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Cronaca

Celeste, il giudice si riserva la decisione: «Le ha già salvato la vita»

Sul caso della piccola malata di atrofia in cura al Civile, il giudice del tribunale del lavoro di Venezia, Margherita Bortolaso, si è riservato la decisione definitiva. Il medico curante: "Permettendo le iniezioni le ha già salvato la vita"

Il giudice del tribunale del lavoro di Venezia, Margherita Bortolaso, si è riservato la decisione definitiva in merito al ricorso d'urgenza del papà di Celeste per far riprendere le cure compassionevoli con cellule staminali alla figlia, la bimba di due anni malata di atrofia muscolare spinale.

Lo ha detto uno dei avvocati della famiglia, Marco Vorano, spiegando che il giudice "si è riservato la decisione in merito al provvedimento ex articolo 700". L'udienza è durata una quarantina di minuti.

Gli avvocati del padre di Celeste, Gianpaolo Carrer, hanno poi aggiunto di non attendersi una decisione né per oggi né per domani da parte del giudice. "Oggi - ha spiegato Vorano - abbiamo discusso dei nuovi documenti acquisiti e penso che il giudice, per emettere la decisione, dovrà pensarci un po'. Per cui non ci resta che aspettare il provvedimento".

"I documenti giunti da Brescia - ha approfondito l'avvocato Dario Bianchini - confermano la bontà delle terapie e si allineano alla nostra difesa. Quelli inviati dall'Aifa, invece, parlano di sperimentazione, quando qui, invece, il piano è completamente diverso, trattandosi di cure compassionevoli. Ma credo che il giudice lo abbia perfettamente compreso, per cui aspettiamo con moltissima fiducia".

"Ha fatto specie - ha concluso Vorano - che il ministro continui a parlare di sperimentazione: questa è una cura compassionevole e il concetto ci pare chiarissimo per il giudice".

Poche parole, ma il consueto sorriso di speranza, da parte del padre della piccola all'uscita dallo studio del giudice. "Celeste sta benissimo - ha spiegato Carrer - a conferma del fatto che siamo in presenza di terapie poco invasive e che finora hanno dato dei benefici. Per valutarne appieno i risultati speriamo di poter proseguire". "Fiducioso? - ha concluso il padre di Celeste - Lo sono sempre: la speranza non la perdo mai".

"Grazie al giudice Bortolaso siamo riusciti a fare questa iniezione in tempi brevissimi e possiamo dire che, fatto questo piccolo passo, per questo mese, Celeste è salva", ha invece dichiarato il medico che segue la bambina veneziana malata di atrofia muscolare spinale, Marino Andolina, poco prima che si apprendesse della scelta del magistrato di riservarsi la decisione sull'eventuale ripresa definitiva delle cure.

La piccola, sulla base del primo provvedimento d'urgenza della dottoressa Bertolaso, era stata sottoposta ad una infusione di staminali adulte (prelevate dalla madre) venerdì scorso all'ospedale di Brescia.

"Per valutare l'efficacia della cura - ha spiegato Andolina - bisogna aspettare mediamente una ventina di giorni. Ma Celeste é uscita molto allegra dall'ospedale e, a vederla, sembrava stare già meglio. Forse ha influito anche l'entusiasmo della famiglia, perché anche l'umore dei genitori, in questi casi, influisce. E in questa famiglia, adesso, è tornata la speranza".

Andolina ha chiarito poi di essere in sintonia con il pensiero del ministro della sanità, Balduzzi, che aveva tuttavia precisato come quella di Celeste non possa in alcun modo essere considerata una sperimentazione.

"Non sono state le parole del ministro - ha aggiunto - lo shock, ma i commenti fatti da alcuni giornali. Perché condivido appieno le parole di Balduzzi: nel caso di Celeste, non c'é mai stata nessuna sperimentazione, ma solo una terapia compassionevole, concessa dal decreto Turco. Certo, questa definizione è al tempo stesso una grossa limitazione, perché consente di curare un solo paziente alla volta, senza poter fare protocolli. Ma è pur sempre, nel caso specifico, un piccolo passo avanti".

 

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